Quali sono le tappe del presidente Usa e che cosa vuole ottenere in Europa
Il tour europeo di Joe Biden sta suscitando molta attesa e diverse domande. Perché è stato convocato un summit straordinario della Nato?
Il 15 marzo scorso, il Segretario generale Jens Stoltenberg ha deciso di chiamare a raccolta i capi di Stato e di governo dei 30 Paesi che fanno parte dell’Alleanza Atlantica. In una breve nota, Stoltenberg spiega che i leader devono considerare come «rafforzare ulteriormente la deterrenza della Nato e i meccanismi di difesa, alla luce di una nuova realtà per la nostra sicurezza». Ha citato l’escalation dell’aggressione russa in Ucraina, con i bombardamenti indiscriminati sulla popolazione.
Quali sono gli obiettivi di Joe Biden?
Il presidente Usa sarà il protagonista del summit. Si presenta con un obiettivo minimo: riaffermare la «compattezza» e la «solidarietà» tra gli alleati occidentali. Il leader della Casa Bianca confermerà la linea seguita fin qui: né gli Stati Uniti, né la Nato devono mandare soldati a combattere direttamente in Ucraina. Ma Biden dovrà fronteggiare la spinta dei Paesi dell’Est, come Polonia, Estonia, Lituania e Lettonia che chiedono, invece, più sostegno a Kiev. Sarà molto importante il tema delle armi. Ufficialmente la Nato non è coinvolta nella consegna di mezzi militari all’Ucraina. Ma se ne discuterà nel fitto reticolo di bilaterali tra i capi di Stato e di governo.
Perché Biden parteciperà anche al Consiglio europeo?
L’altro strumento messo in campo dall’Occidente sono le sanzioni. Le prime restrizioni cominciano a dare qualche risultato. In particolare il blocco delle riserve di valuta straniera nelle mani della Banca centrale russa. Ma non basta. Il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, continua a premere sugli europei e sugli americani. Ieri il consigliere per la Sicurezza nazionale, Jake Sullivan, ha annunciato che gli europei adotteranno nuove sanzioni. Quali? Finora non c’è accordo su un possibile embargo del petrolio russo, sulla scia della decisione già adottata dagli Stati Uniti. Biden seguirà la discussione e, se occorre, potrebbe offrire la propria mediazione.
Perché il presidente Usa andrà anche a Varsavia?
Il rapporto tra l’amministrazione Biden e il governo iper conservatore polacco è stato fin qui molto complicato. La guerra, però, ha cambiato lo scenario. La Polonia e i Baltici sono i Paesi più esposti a possibili rappresaglie putiniane. Sono nazioni ormai in perenne fibrillazione. La Polonia, poi, è chiamata ad accogliere l’ondata di profughi. Venerdì 25 e sabato 26, Biden sarà a Varsavia per un bilaterale con il presidente polacco Andrzej Duda. Un segnale di sostegno non solo simbolico: il presidente americano visiterà un centro di accoglienza per i rifugiati e, molto probabilmente, annuncerà un ulteriore finanziamento per la Polonia.