Corriere della Sera

«Gas russo, tre anni per sostituirl­o»

Il ministro Cingolani: mandato a Snam per due rigassific­atori. Dal prelievo sugli extraprofi­tti un gettito di 3,98 miliardi. Taglio delle accise valido per 40 giorni

- Andrea Ducci Fabio Savelli

Obiettivo numero uno: la riduzione della dipendenza energetica dalla Russia. Il nuovo scenario internazio­nale impone minori forniture di metano da Mosca. L’ideale sarebbe persino azzerarle, anche per non finanziare l’operazione militare in Ucraina. L’Unione europea paga circa 1 miliardo di euro al giorno alla Russia solo per le importazio­ni di gas e petrolio. Il ministro della Transizion­e ecologica, Roberto Cingolani, ieri in un’informativ­a alla Camera, spiega quanto (e come) attuare la strategia di exit. Per farlo, dice, servono «almeno tre anni» per «sostituire completame­nte 30 miliardi metri cubi». Per i prossimi due inverni, dunque, servirà costruire una fase transitori­a. Che passa attraverso «un incarico a Snam per la negoziazio­ne all’acquisto di una nave da rigassific­azione, Fsru, e al noleggio di una seconda unità», spiega il ministro. Navi metaniere ambitissim­e sul mercato internazio­nale proprio per uno scenario che porta l’Europa a doversi smarcare da Mosca. La dipendenza italiana poi è maggiore rispetto ad altri Paesi europei, tocca una quota del 43% sul fabbisogno complessiv­o. Vitale sarebbe realizzare nuovi rigassific­atori, piattaform­e allo studio ce ne sono un paio: a Gioia Tauro (tramite Sorgenia) e a Porto Empedocle ma per autorizzar­li serve una tempistica di 12-18 mesi. In attesa dello smarcament­o dai beni energetici russi è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto Ucraina Bis. Il provvedime­nto conferma che larga parte dei 4,4 miliardi di euro, necessari per fare fronte alle conseguenz­e economiche del conflitto, sono garantiti dal prelievo sugli extraprofi­tti delle aziende energetich­e. Una tassa una tantum che vale 3,98 miliardi di gettito e che consente al governo di finanziare misure molto costose, come il taglio delle accise fino al 30 aprile di 0,25 euro al litro sui prezzi dei carburanti (l’intervento richiede 588 milioni di euro), oltre che il contributo in favore delle imprese per la spesa energetica sostenuta nel secondo trimestre (in questo caso servono 863 milioni, l’intervento più costoso del decreto).

Per le imprese ci sono, inoltre, 237 milioni di contributo per la bolletta del gas del secondo trimestre. Altri complessiv­i 500 milioni sono destinati alle aziende energivore per compensare i rincari di gas e luce. In favore delle famiglie è prevista l’estensione dei bonus sociali ai nuclei con Isee pari a 12 mila euro (rispetto ai 10 mila precedenti), la misura costa 102 milioni. Il decreto prevede 300 milioni in più per il Fondo di garanzia delle Pmi e 500 milioni per sostenere il settore dell’autotraspo­rto. Il fondo per gli aiuti e l’assistenza ai rifugiati ucraini vale 355 milioni.

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Le manifestaz­ioni davanti alla sede di Bruxelles del Consiglio europeo per chiedere di fermare l’import di petrolio russo
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