Covid, quasi 100 mila nuovi casi Non erano così tanti da oltre un mese
Altri 197 decessi. La situazione in Inghilterra e Germania. L’Oms: restrizioni tolte troppo brutalmente
Alla fine dello stato di emergenza manca ormai poco più di una settimana. Ma i contagi tornano quasi a quota centomila. Effetto Omicron 2. L’incremento infatti non riguarda solo l’Italia ma anche Francia, Germania, Regno Unito. E non arresterà l’iter di allentamenti. Non ce n’è motivo: all’aumento di positivi non corrisponde, per ora, una proporzionata pressione sugli ospedali, dove continua la lieve diminuzione di ricoverati gravi, in rianimazione, e cresce invece il numero di degenti nei reparti ordinari.
Per l’Oms molti Paesi europei hanno tolto le restrizioni troppo «brutalmente». Fine «dello stato di emergenza non significa fine della pandemia», ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza: «La pandemia non è finita. Abbiamo strumenti per gestirla in maniera diversa, il dato delle vaccinazioni è molto incoraggiante. Ma dobbiamo continuare a utilizzare le mascherine al chiuso e a somministrare terze e prime dosi».
Che la pandemia non sia finita è testimoniato dai numeri. I 96.365 nuovi positivi di ieri sono il dato più alto dall’8 febbraio, quando ne sono stati rilevati 101 mila. E se allora il tasso di positività era al 10,2% ieri è risalito al 15. Quasi scontato il triplo di contagiati rispetto al giorno prima (32.573), dal momento che l’attività di test rallenta moltissimo nei festivi. Ma la crescita è evidente rispetto a martedì 15: 11 mila positivi in più. Sottoposte a particolare pressione alcune regioni meridionali come Puglia (12.007) e Campania (10.788). Sopra quota diecimila anche Lombardia (11.378) e Lazio (11.172). In tutto 197 i decessi.
Più che gli allentamenti, che devono ancora dispiegare i loro effetti, sarebbe la variante Omicron 2, particolarmente contagiosa e che mette nel mirino soprattutto bambini e ragazzi, a provocare il nuovo picco. Proprio i più piccoli, però, secondo uno studio degli scienziati della Johns Hopkins University Bloomberg School of Public Health, reagiscono meglio all’infezione. «Neonati e bambini — rileva la ricerca Usa — dopo la guarigione hanno livelli significativamente più alti di anticorpi».
Altra funzione fondamentale nel ridurre l’effetto del virus l’ha data la campagna vaccinale che ha raggiunto quota 135 milioni di dosi somministrate. L’azienda Usa Moderna è al lavoro su un nuovo vaccino combinato «3 in 1», contemporaneamente efficace contro Covid-19, influenza e virus respiratorio sinciziale: potrebbe essere somministrato una volta all’anno. Allo studio anche un vaccino «jolly», protettivo contro tutti e quattro i ceppi di coronavirus.
Sotto pressione Tra le regioni con più contagi Puglia e Campania, oltre a Lombardia e Lazio