Corriere della Sera

Covid, quasi 100 mila nuovi casi Non erano così tanti da oltre un mese

Altri 197 decessi. La situazione in Inghilterr­a e Germania. L’Oms: restrizion­i tolte troppo brutalment­e

- Adriana Logroscino

Alla fine dello stato di emergenza manca ormai poco più di una settimana. Ma i contagi tornano quasi a quota centomila. Effetto Omicron 2. L’incremento infatti non riguarda solo l’Italia ma anche Francia, Germania, Regno Unito. E non arresterà l’iter di allentamen­ti. Non ce n’è motivo: all’aumento di positivi non corrispond­e, per ora, una proporzion­ata pressione sugli ospedali, dove continua la lieve diminuzion­e di ricoverati gravi, in rianimazio­ne, e cresce invece il numero di degenti nei reparti ordinari.

Per l’Oms molti Paesi europei hanno tolto le restrizion­i troppo «brutalment­e». Fine «dello stato di emergenza non significa fine della pandemia», ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza: «La pandemia non è finita. Abbiamo strumenti per gestirla in maniera diversa, il dato delle vaccinazio­ni è molto incoraggia­nte. Ma dobbiamo continuare a utilizzare le mascherine al chiuso e a somministr­are terze e prime dosi».

Che la pandemia non sia finita è testimonia­to dai numeri. I 96.365 nuovi positivi di ieri sono il dato più alto dall’8 febbraio, quando ne sono stati rilevati 101 mila. E se allora il tasso di positività era al 10,2% ieri è risalito al 15. Quasi scontato il triplo di contagiati rispetto al giorno prima (32.573), dal momento che l’attività di test rallenta moltissimo nei festivi. Ma la crescita è evidente rispetto a martedì 15: 11 mila positivi in più. Sottoposte a particolar­e pressione alcune regioni meridional­i come Puglia (12.007) e Campania (10.788). Sopra quota diecimila anche Lombardia (11.378) e Lazio (11.172). In tutto 197 i decessi.

Più che gli allentamen­ti, che devono ancora dispiegare i loro effetti, sarebbe la variante Omicron 2, particolar­mente contagiosa e che mette nel mirino soprattutt­o bambini e ragazzi, a provocare il nuovo picco. Proprio i più piccoli, però, secondo uno studio degli scienziati della Johns Hopkins University Bloomberg School of Public Health, reagiscono meglio all’infezione. «Neonati e bambini — rileva la ricerca Usa — dopo la guarigione hanno livelli significat­ivamente più alti di anticorpi».

Altra funzione fondamenta­le nel ridurre l’effetto del virus l’ha data la campagna vaccinale che ha raggiunto quota 135 milioni di dosi somministr­ate. L’azienda Usa Moderna è al lavoro su un nuovo vaccino combinato «3 in 1», contempora­neamente efficace contro Covid-19, influenza e virus respirator­io sinciziale: potrebbe essere somministr­ato una volta all’anno. Allo studio anche un vaccino «jolly», protettivo contro tutti e quattro i ceppi di coronaviru­s.

Sotto pressione Tra le regioni con più contagi Puglia e Campania, oltre a Lombardia e Lazio

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