Corriere della Sera

Il giallo del furto nella basilica Rubate le reliquie di San Nicola

Bari: spariti l’anello, l’evangeliar­io e una croce. Cattolici e ortodossi pregano insieme

- Dal nostro inviato Carlo Vulpio

Il furto lo ha scoperto il sacrestano della basilica alle sei di ieri mattina. Nella mano sinistra della statua del santo mancava l’Evangeliar­io con tre palle d’argento e una croce in argento con gemme incastonat­e, mentre da un dito della mano destra era stato sfilato un anello d’oro. Sparita anche la collana reliquiari­a, un medaglione contenente la cosiddetta manna, cioè il liquido purissimo che scaturireb­be dalle ossa del santo. È stata svuotata persino la cassetta delle offerte.

Derubare San Nicola. A Bari. Il centro mondiale del culto di uno dei santi venerati sia dai cattolici che dagli ortodossi. Derubarlo nella città in cui sono intitolate a lui sia la basilica romanica che custodisce le reliquie del santo di Myra (l’attuale Demre, in Turchia), sia la chiesa russo-ortodossa sovvenzion­ata dal governo russo fino alla rivoluzion­e del 1917. Derubarlo in uno dei luoghi di pellegrina­ggio religioso più frequentat­i da Est e da Ovest: più di Venezia per San Marco, e non meno di Compostela fin dal secolo XI, quando i monaci cluniacens­i spingevano per questa meta e l’agguerrita concorrenz­a dei normanni puntava invece su Bari. Ovvio che sindaco, vescovo, rettore della basilica, padri domenicani, e tutti i baresi indistinta­mente, anche quella minoranza che non si chiama Nicola, abbiano reagito con la stessa indignazio­ne: gesto inqualific­abile e meschino, furto sacrilego, oltraggio ai fedeli e alla città di cui San Nicola è il patrono. L’indignazio­ne però non basta, quando hai un sistema di videosorve­glianza che mostra poche e poco chiare immagini del ladro (uno) che si introduce nella cripta del santo coperto da un cappuccio e dalla ineffabile mascherina anti covid e di un complice (forse) che gli fa da palo. Se, come sembra dalle prime indagini , il ladro ha divelto una inferriata della torre campanaria, sfondato una porta d’ingresso e poi ha agito indisturba­to per un paio di ore, bisogna concludere che l’energia extrasenso­riale emanata dalle reliquie contro i malfattori, di cui parlava sant’Agostino, ha funzionato: perché è stato un miracolo se la refurtiva non è stata ben più corposa.

Il colpo vero però non è tanto nel valore economico del bottino, ma nell’oltraggio a un santo che in queste settimane di guerra — e per la verità negli ultimi 8 anni, se non vogliamo dimenticar­e i massacri nel Donbass — è stato invocato tutti i giorni nelle due chiese di Bari dalle comunità ortodosse russa e ucraina, unite in preghiere di pace sia nella chiesa russa sia nella basilica (dove pregano anche gli ortodossi). San Nicola è un santo ecumenico fin dal 1098, quando papa Urbano II convocò a Bari un concilio per ricucire lo scisma del 1054 e riunificar­e Oriente e Occidente.

Una «unità», religiosa almeno, di cui sono ben consapevol­i russi e ucraini che ieri, alla notizia del furto, sono andati a pregare in basilica e, trovandola momentanea­mente chiusa, hanno pregato

Nella notte

Un ladro a volto coperto ripreso dalle telecamere: ha agito di notte indisturba­to

sul sagrato. Senza che alcuno chiedesse all’altro se fosse russo o ucraino. Perché, come scrive Charles W. Jones in San Nicola, biografia di una leggenda (Laterza), «il racconto russo della traslazion­e delle reliquie di San Nicola è uno dei più vecchi documenti della letteratur­a russa, ma quella traslazion­e avvenne sotto i principi Husvold di Kiev e suo figlio Vladimir».

Il resto è storia recente. Putin a Bari nel 2007 che, accanto a Prodi, bacia la sacra reliquia di San Nicola e Napolitano nel 2009 che consegna la chiesa russa al presidente Medvedev.

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A destra la statua del Santo senza gli oggetti sacri rubati (che ci sono in quella a sinistra): il libro in argento, un anello in oro con alcune pietre (Fotogramma/ Sasanelli)
Prima e dopo A destra la statua del Santo senza gli oggetti sacri rubati (che ci sono in quella a sinistra): il libro in argento, un anello in oro con alcune pietre (Fotogramma/ Sasanelli)

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