Colbrelli, il cuore si è fermato Lo ha salvato un paramedico
«Per capire cos’ha fermato il cuore di Colbrelli e la natura dell’aritmia che l’ha colpito servirà ancora qualche giorno, ma come con Eriksen non è detto che le risposte siano esaurienti. Una cosa è certa: senza l’intervento rapido e competente di Borja Saenz de Cos, il paramedico spagnolo che l’ha soccorso, Sonny non se la sarebbe cavata». Daniele Zaccaria, medico sociale della Bahrain-Victorius, è a fianco del campione bresciano nel reparto di Cardiologia dell’Hospital Universitario di Girona, in Spagna. Colbrelli è crollato al suolo 200 metri dopo aver tagliato (2°) il traguardo della 1ª tappa del Giro di Catalogna. «Sonny — spiega Zaccaria — sta bene, gli esami clinici, l’ecocardiogramma e la coronografia sono ok, lui ha pienamente recuperato la memoria e ricorda bene anche la volata. A noi però mancano alcuni elementi certi di valutazione: di certo il suo cuore si era fermato, di sicuro è ripartito solo col massaggio».
Resta qualche dubbio sull’uso del defibrillatore. «L’infermiere che gliel’ha
applicato — spiega Zaccaria — sostiene che anche il defibrillatore automatico sia entrato in funzione e non abbiamo motivo di non credergli: aspettiamo però che venga scaricato il tracciato dalla memoria dell’apparecchio per avere dati più certi. In compenso, la “scatola nera” del computer di bordo non mostra anomalie fino alla fine della volata. I primi esami hanno escluso le ipotesi meno “importanti” come uno squilibrio elettrolitico o un attacco epilettico: quindi il problema alla base dell’arresto cardiaco è serio e andrà esaminato anche con valutazioni genetiche approfondite».
Colbrelli, che resterà in ospedale fino a fine settimana, ha interagito via social con i colleghi che gli hanno fatto gli auguri di pronta guarigione (da Viviani ad Evenepoel a Caruso) ma non ha postato nulla. Sui tempi di un suo eventuale ritorno in bici nessuno può pronunciarsi, di certo la stagione è terminata.