Corriere della Sera

L’ex giudice italiano: «Putin ricercato dall’Aia? Possibile entro fine anno»

Cuno Tarfusser: «Bastano prove per pochi delitti»

- Di Michele Farina

Vladimir Putin ricercato dalla Corte penale internazio­nale. Ipotesi plausibile?

«Direi proprio di sì. In Ucraina si commettono crimini di guerra ogni giorno. Il punto è raccoglier­e prove “genuine”, cosa non facile in una situazione di conflitto aperto. È quanto sta cercando di fare la squadra del procurator­e generale della Cpi Karim Khan».

Per un mandato di cattura

nei confronti del presidente russo e dei suoi generali si dovranno aspettare anni?

«Non credo così a lungo. Ci si potrebbe arrivare entro la fine dell’anno. In questa guerra non bisogna andare lontano per individuar­e i responsabi­li e raccoglier­e le prove».

Nei panni del procurator­e Khan come si muoverebbe?

«Cercherei innanzitut­to le prove per pochi crimini. Per esempio l’attacco all’ospedale e al teatro di Mariupol, le fosse comuni e i civili uccisi nelle strade di Bucha. Basterebbe­ro per un’incriminaz­ione. La Cpi non deve fare la storia».

Cuno Tarfusser, 67 anni, dal 2009 al 2019 è stato giudice della Corte penale internazio­nale con sede all’Aia. Anche lui ha firmato il mandato di cattura per il dittatore sudanese Omar al-Bashir, ricercato dalla Cpi per il genocidio in Darfur. «Ho tentato di farlo arrestare, le poche volte che è uscito dal suo Paese».

Bashir è stato arrestato in Sudan nel 2019, ma all’Aia non è arrivato...

«La giurisdizi­one della Cpi è complement­are a quella nazionale. Quindi se la Russia giudicasse seriamente Putin, la Cpi si farebbe da parte».

Finché Putin resta al potere, dorme sonni tranquilli...

«Fino a un certo punto. Se fosse raggiunto da un mandato di cattura, la sua capacità di muoversi sulla scena internazio­nale diminuireb­be fortemente. Se andasse in uno dei 123 Paesi che hanno ratificato lo Statuto di Roma (che ha dato vita alla Cpi, ndr) rischiereb­be l’arresto. Per lui anche solo questa possibilit­à rappresent­erebbe un danno».

C’è chi propone la creazione di un tribunale Onu ad hoc, come quelli per l’ex Jugoslavia e il Ruanda.

«Un discorso che non ha senso nel caso dell’Ucraina. Quei tribunali furono istituiti dal Consiglio di sicurezza, dove la Russia ha diritto di veto».

Tra i 123 Paesi che sostengono la Cpi non ci sono né la Russia né gli Stati Uniti. Curioso: quando Biden chiede che Putin venga giudicato per crimini di guerra, a quale tribunale penserà mai? A un’altra Norimberga?

«Non ho idea. Si tratta di un paradosso politico. Aggiungo che neppure l’Ucraina ha ratificato il Trattato di Roma, pur chiedendo da otto anni alla Cpi di intervenir­e».

Se ci fosse un mandato rischiereb­be di essere arrestato in 123 Paesi del mondo

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Cpi Cuno Tarfusser, dal 2009 al 2019 giudice della Corte penale internazio­nale

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