Corriere della Sera

Le estati in Irpinia di Kuleba bambino «Era come un figlio, lo portavo al mare»

Domenico Ventre: imparò subito l’italiano

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tempo imparò l’italiano sempliceme­nte guardando la tv, oltre che dialogando con noi, ovviamente. Un bambino intelligen­tissimo».

Domenico Ventre da qualche anno non vive più ad Atripalda, si è trasferito in Piemonte, a Calenzago Novarese per stare vicino ai figli. E Kuleba, che lui chiama Dima, è andato a trovarlo anche lì. «È venuto con la moglie, e noi siamo stati suoi ospiti a Kiev, dove abbiamo conosciuto anche i genitori».

Ripensando al bambino che arrivò ad Atripalda, il maresciall­o quasi si commuove. «Ricordo che quando stava a casa nostra era felicissim­o. Anche perché cercavamo di fargli fare sempre cose nuove. Solitament­e questi gruppi di bambini venivano in estate, e in periodo di ferie c’era più tempo per dedicarsi a loro. Andammo in vacanza al mare, a Rimini e Riccione, e gli piacque moltissimo. Ma per lui tutto quello che vedeva in Italia era come un mondo nuovo, quindi lo viveva con entusiasmo. Anche i miei figli, che sono un poco più grandi, si affezionar­ono subito a lui, lo trattavano come il fratello più piccolo e gli dedicavano mille attenzioni. È stato davvero un bel periodo. E che sia stato anche importante lo dimostra l’affetto che ci lega tutti ancora oggi».

Un affetto che alla famiglia Ventre fa vivere la tragedia dell’Ucraina in modo diverso rispetto alla gran parte degli italiani, qualcosa che va al di là del coinvolgim­ento emotivo che pure riguarda tutti. E il dolore impedisce a Domenico di approfitta­re dell’occasione per lasciarsi andare a un messaggio personale al suo caro Dima. «Che questa assurdità passi presto, figlio mio. Non riesco a dire altro».

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