Corriere della Sera

«Noi leali ma non di serie B Ci sono le nostre battaglie, non solo il Pd e i 5 Stelle»

Tajani: non si metta la fiducia sulla riforma e sul catasto

- Di Paola Di Caro

ROMA «Sosteniamo il governo e saremo leali con Draghi. Ma dobbiamo esserlo anche con i nostri elettori».

Che significa Antonio Tajani, vice presidente di Forza Italia, che siete pronti anche a votare contro su riforma della giustizia e del catasto, costi quel che costi?

«Significa che non possiamo venir meno alle nostre battaglie di sempre: giustizia e no a tasse sulla casa».

Draghi ha chiamato Berlusconi per chiedergli di non creare problemi su catasto e giustizia, ma voi non cedete. Che effetti può avere sul governo?

«Nessuno, se non si pone la fiducia. Sulla giustizia siamo stati chiari: abbiamo detto sì in Consiglio dei ministri alla riforma, ma abbiamo fatto mettere a verbale che su separazion­e delle funzioni e sul sistema di elezione del Csm avremmo lavorato in Parlamento

per ottenere modifiche. E Draghi ha assicurato che non avrebbe messo la fiducia. Contiamo che a nessun ministro venga in mente di fare il contrario».

Cosa c’è di così importante da far fibrillare il governo in un momento delicato?

«Sulla separazion­e delle funzioni crediamo che si possa passare dall’una all’altra solo una volta, nei primi 5 anni. Sull’elezione dei membri del Csm, vogliamo finalmente abolire il sistema delle correnti. E pensiamo al metodo del sorteggio temperato».

Che però secondo la ministra Cartabia rischia l’incostituz­ionalità.

«No se, come proponiamo noi, si sorteggian­o un numero di magistrati “anziani”, che possono essere votati da tutti gli aventi diritto. Se ne deve discutere in Parlamento, senza fiducia appunto».

Sul Catasto pure insistete,

anche se per Draghi la riforma deve rimanere così e — assicura — non ci sarà alcun aumento di tasse sulla casa.

«Noi ci fidiamo di Draghi, ci mancherebb­e. E siamo anche d’accordo sul punto dell’emersione di immobili che non sono censiti. Ma equiparare gli estimi catastali ai valori di mercato significa aprire la strada ad aumenti delle tasse, così è percepito dalla gente e dal mercato: può bloccare il mercato immobiliar­e e portare ad un aumento della pressione fiscale. Draghi assicura che le tasse sulla casa non crescerann­o, ma che succederà se il prossimo governo invece vorrà aumentarle? La strada per farlo, se passa la norma come è ora, è già tracciata».

Ma se tutti piantano bandierine non si rischia che il governo si impantani?

«Noi non piantiamo bandierine, ma neanche possiamo accettare che lo facciano impunement­e gli altri. Il M5S ha ottenuto una mediazione sull’aumento della spesa per la difesa, noi siamo forse di serie B? Si trovi anche sul catasto, magari scorporand­o il comma di cui parliamo noi, se serve. Questo non è il governo di Pd e M5S, ma di tutti».

Vi aspettavat­e più comprensio­ne da Draghi?

«Il rapporto è buono, lo dimostra la nostra lealtà su tutti i voti più delicati, a partire dal sostegno sul decreto Ucraina, sull’invio delle armi, sulla battaglia in Europa per un fondo che come il Recovery venga incontro alle esigenze di tanti paesi alle prese con il problema dei profughi, della crisi energetica, dell’aumento dei costi agricoli».

Certo non si può dire che Berlusconi si sia speso granché con «l’amico» Putin: gli ha parlato al telefono?

«Berlusconi ha fatto tutto quello che poteva fare, ma Putin non sta ascoltando nessuno, va per la propria strada. Berlusconi ha sempre lavorato per la pace, continua ad adoperarsi in ogni modo e ha sempre cercato di portare la Russia verso l’Occidente, non certo il contrario».

Sull’elezione del Consiglio superiore della magistratu­ra si deve discutere in Parlamento Noi chiediamo il sorteggio temperato E sugli immobili si può trovare una mediazione

La sua voce è stata molto flebile

«Non è così. Ha votato la durissima risoluzion­e del Parlamento europeo contro la Russia, ha dichiarato la nostra fedeltà al patto Atlantico, ha definito “un’aggression­e militare inaccettab­ile” quella della Russia contro l’Ucraina. E ha sostenuto il governo su tutto. Nessuna ambiguità, ma solo e sempre impegno per la pace, perché Berlusconi è uomo di pace».

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