Corriere della Sera

Giustizia, l’ultima trattativa sul Csm E il premier sente Berlusconi

Oggi il vertice per uscire dallo stallo. Draghi chiede di salvaguard­are l’esecutivo dalle tensioni

- Virginia Piccolillo

ROMA L’ultima trattativa sulla giustizia partirà stamattina, con la consapevol­ezza che il tempo stringe ma le visioni sono ancora troppo distanti.

Un vertice di maggioranz­a è stato convocato per le 10. E, nelle intenzioni del governo, bisognerà sciogliere in giornata tutti i nodi ancora irrisolti, che non sono pochi. Andando avanti «ad oltranza» per arrivare a un testo condiviso. Soprattutt­o sulla riforma del Consiglio superiore della magistratu­ra

Ma come? Ne ha parlato il presidente del Consiglio, Mario Draghi, sabato, in un colloquio telefonico con Silvio Berlusconi. Chiedendo al leader di Forza Italia di salvaguard­are il governo dalle tensioni. In questo momento delicato l’esecutivo non può essere sottoposto a fibrillazi­oni, gli ha fatto capire il premier, richiamand­o il senso di responsabi­lità di ciascuno per raggiunger­e un accordo.

Berlusconi, però, ha riferito ai suoi che su alcuni punti non intende venire meno a «battaglie storiche» di Forza Italia. E tale ritiene una nuova modalità di elezione dei componenti del Csm che preveda una qualche forma di sorteggio. Su questo, come sulla richiesta di estrapolar­e la revisione degli estimi dalla riforma del catasto, Forza Italia non intende fare passi indietro. Anche perché Berlusconi, come ha spiegato a chi gli è più vicino, si aspetta che Draghi non ponga la fiducia al testo. Quindi è pronto alla sfida: si voti. Convinto di poter raggiunger­e la maggioranz­a grazie all’appoggio di Italia Viva e della Lega.

Ma se non si uscisse dallo stallo davvero Draghi rinuncereb­be alla fiducia?

Proprio per scongiurar­e lo scenario, la ministra della

Giustizia, Marta Cartabia, dopo l’ennesimo richiamo della settimana scorsa del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a chiudere sulla riforma del Csm da lui definita «non più rinviabile», ha convocato il vertice senza orario di uscita.

Sul tavolo la proposta della Lega: sorteggiar­e almeno la formazione dei collegi elettorali del Csm. Uno «spunto» per iniziare a discutere. Quantomeno, secondo la Guardasigi­lli, non anticostit­uzionale come altre proposte: il sorteggio dei candidati, la responsabi­lità diretta dei magistrati e il divieto per i parlamenta­ri di essere eletti al Csm.

L’unico punto sul quale è stata raggiunta una prima intesa è quello dei magistrati che entrano in politica e poi tornano a indagare o giudicare. Per quelli che assumono incarichi di governo, come ministri e sottosegre­tari o assessori regionali, le «porte girevoli» dovrebbero fermarsi con un periodo di «fuori ruolo». Per i candidati non eletti no. Ma non potrebbero rientrare nei distretti in cui si sono candidati. Per i magistrati che assumono incarichi apicali amministra­tivi, come il capo di Gabinetto o il capo dell’ufficio legislativ­o, le porte sarebbero ferme per un solo anno, prima di poter tornare a funzioni giurisdizi­onali. Per tre anni prima di poter assumere ruoli direttivi o semidirett­ivi.

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