Niente primavera quest’anno La poesia resiste nello Yemen
Un verso piange la morte della primavera e sembra scritto oggi, nel pieno del conflitto russo-ucraino, e invece racconta un’altra guerra contemporanea, lunga e dimenticata, un’altra primavera mancata, nello Yemen. Altri brani dicono la resistenza silenziosa di ragazze e anziane donne contro il potere, dietro la parete di un velo imposto dagli integralisti islamici nella penisola arabica. Il nuovo volume della rivista «Poesia», inventata e da sempre curata da Nicola Crocetti, nelle librerie in questi giorni, sembra un numero di resistenza, per l’intensità delle opere presentate, spesso del tutto inedite in Italia.
Una resistenza che si incarna nella stessa rivista, fondata nel 1988 dal grecista, traduttore ed editore Nicola Crocetti e rinata a nuova vita come bimestrale con l’acquisizione del marchio Crocetti da parte di Feltrinelli nel 2020.
Nel numero 12 del «nuovo corso» spicca tra i numerosi autori raccontati e antologizzati la figura della giovanissima poetessa yemenita Laila Hussein Ali, 23 anni, esordiente di origine somala ma cresciuta a Sana’a, capitale dello Yemen. Laila Hussein Ali si fa testimone con le sue poesie di una guerra civile che dura dal 2015 tra diverse fazioni (tra cui anche gli integralisti dell’Aqap, acronimo di alQaeda nella Penisola Arabica, e gli affiliati yemeniti dello Stato islamico dell’Isis) foraggiate e incoraggiate da potenze straniere, soprattutto Arabia Saudita e Iran, con effetti drammatici sulla popolazione, migliaia di vittime civili e una devastante crisi umanitaria che una fragile tregua sta cercando in queste ore di contenere.
Sulla rivista sono pubblicate alcune poesie inedite in Italia di Hussein Ali, tratte dal volume Octavia, pubblicato nel 2018 dall’editore Naqsh, e offerte in esclusiva nella traduzione di Ahmed Q. Ali e Ubah Cristina Ali Farah (due inediti sono presentati in questa pagina).
Octavia è il personaggio di un’antica nobildonna romana scoperto da Hussein Ali a teatro, durante uno spettacolo, e divenuto per lei il simbolo del diritto delle donne a scegliere la propria esistenza e a incarnarsi libere in tutte le esperienze e le contraddizioni. Una contaminazione occidentale che si intreccia alla tradizione siriana della poesia amorosa e percorre, nelle poesie
Origini somale, l’autrice è cresciuta a Sana’a, capitale di un Paese in guerra dal 2015
della raccolta, la storia d’amore e dolore di una donna costretta a una schizofrenia delle emozioni, tra il desiderio di fuggire anche solo con la mente e l’impossibilità di sorridere dietro il velo del niqab.
Numerosi altri sono i poeti antologizzati sul nuovo numero di «Poesia»: un servizio di Filippomaria Pontani illustra le Poesie e prose del grande poeta greco Costantino Kavafis (1863-1933) edite da Bompiani nel 2021 nella traduzione di Cristiano Luciani e ne presenta alcuni brani che riflettono sul potere della poesia contro il tempo.
L’anglista Massimo Bacigalupo analizza alcune opere del Premio Nobel 2020 Louise Gluck, come Ararat (traduzione di Bianca Tarozzi, il Saggiatore, 2021) e L’iris selvatico (traduzione dello stesso Bacigalupo, il Saggiatore, 2020), cogliendo i temi della poetessa (lo smascheramento, la ricerca della verità) e le influenze kafkiane nei lavori più recenti.
Tra gli altri autori di cui la rivista pubblica alcune poesie, il poeta nazionale portoghese Luís de Camões (circa 1524-1580) di cui Federico Bertolazzi illustra quattordici sonetti; poeti italiani da riscoprire come Carlo Vallini (18851920), Giovanni Boine (18871917) e Alessandro Ricci (1943-2004); voci mature come quella di Adelelmo Ruggieri (1954) presentato da Andrea Bajani e la giovane poetessa Gaia Giovagnoli (1992) nell’analisi del poeta Milo De Angelis.
Chiude la rivista l’antologia di poesie della brasiliana Hilda de Almeida Prado Hilst (1930-2004), che ben si accosta a quella della già citata yemenita Hussein Ali nella ricerca al femminile nel campo del desiderio e della libertà dei sensi.