Il Napoli gioca come i grandi Prima soffre poi colpisce
Spalletti / 1 Atalanta battuta, gol e assist di Insigne, raggiunto il Milan in testa
La vittoria del Napoli a Bergamo è un segnale di forza, perché è stata una squadra operaia, senza il bomber Osimhen, l’innovatore Di Lorenzo e il pilastro difensivo Rrhamani ad avere la meglio sull’Atalanta fisica e battagliera (non prendeva gol da tre partite di fila) ma che poi deve arrendersi all’ennesimo passo falso in casa.
È stata una partita sofferta, un contenitore con più situazioni di gioco che i partenopei hanno gestito con lucidità e anche consapevolezza. Il Napoli ha blindato la posizione Champions in classifica e per una notte ha nuovamente acciuffato la vetta, in comproprietà
Per lo scudetto ci siamo anche noi, mancano sette partite, dovremo prenderle tutte per il collo, come fanno le grandi. Questo è un treno che non passa più
con il Milan che gioca stasera contro il Bologna. «Ci siamo anche noi — ha ribadito Spalletti — questo è un treno che non passa più».
La corsa scudetto continua, con la svolta tattica di Mertens e la precisione degli esterni: Insigne e Politano in gol nel primo tempo e Elmas e Lozano, asse perfetto nella ripresa per il gol del macedone che ha chiuso definitivamente i conti. Eppure l’atteggiamento iniziale non è stato dei migliori: Napoli chiuso e schiacciato nella propria area, chiamato al duello corpo a corpo per evitare pericoli e costretto dunque a cambiare pelle: il contropiede come arma letale al posto del palleggio e anche della tecnica. L’ispirazione del debuttante Zanoli (la prima da titolare al posto di Di Lorenzo) per Mertens, la palla in profondità e Musso che si oppone con troppa veemenza in area di rigore sul belga. L’arbitro Di Bello assegna un calcio d’angolo ma in sala Var l’azione viene rivista e l’angolo diventa un calcio di rigore. Insigne sblocca dal dischetto.
Il capitano, deluso dall’esclusione dal Mondiale e in partenza per il Canada, si ripete con l’assist decisivo per il secondo gol: su calcio di punizione dà la palla giusta al compagno Politano che in mezza girata beffa ancora
Musso.
Il primo tempo è chiuso (due tiri, due gol), ma la partita diventa all’improvviso per il Napoli lunga e sofferta.
Gasperini che ha intravisto la poca lucidità offensiva dei suoi attaccanti corre ai ripari già nell’intervallo: dentro Boga con il compito di andar su e giù per la fascia, tra le linee Miranchuck e Koopmeiners dietro Muriel. L’Atalanta prende coraggio mentre il Napoli si adagia: il 2-1 di De Roon dà la sensazione che i partenopei in debito di ossigeno e di energie possano crollare. E qui entra in gioco Spalletti che aveva già inserito Elmas per Politano e richiama poi
Insigne per Lozano e Zielinski per Fabian Ruiz. Il contropiede premia evidentemente la squadra che ci ha creduto di più, proprio perché ha saputo attendere, soffrire, snaturarsi e alla fine colpire: Lozano lancia Elmas ed è 3-1.
Esulta la curva dei napoletani giunti a Bergamo, dagli spalti opposti la solita brutta pagina dei cori razzisti contro Koulibaly. Spalletti guarda il campo e si gasa: «Daremo tutto e anche di più fino alla fine, guardando negli occhi i nostri avversari e ricordandoci anche dei punti persi per strada, se siamo così in alto è anche perché abbiamo saputo superare le difficoltà».
Rompe il silenzio anche Gasperini che recrimina sui due gol e probabilmente dice addio alla zona Champions: «Musso è uscito troppo in fretta su Mertens e poi ci siamo addormentati sulla punizione di Insigne». Giovedì i nerazzurri giocheranno i quarti di Europa League contro il Lipsia, c’è un’altra strada che può portare in paradiso.
Spalletti / 2 Daremo tutto e anche di più, guardando negli occhi i nostri avversari e ricordandoci che se siamo così in alto è perché abbiamo superato le difficoltà