L’Aprilia sul tetto della MotoGp Il trionfo di Aleix viene da lontano
Successo storico, Espargarò va in testa al Mondiale. In Argentina Ducati battuta
Ci ha messo sei anni, l’Aprilia, l’ultima cenerentola della MotoGp, a conquistare la prima storica vittoria nella classe regina. E il primato (temporaneo) nel Mondiale piloti. Ha impiegato 200 gare Aleix Espargarò a rompere il tabù del gradino più alto del podio. Si sono trovati, hanno creduto l’uno nell’altra, hanno fatto crescere il progetto con pazienza, a discapito dello scetticismo che li circondava. «Veniamo da molto lontano» ha detto Aleix commosso. «Ho creduto in questo progetto quando nessun top rider voleva venire a correre qui. Ma se lavori forte i sogni alla fine s’avverano». Non è stato facile, perché un coriaceo Jorge Martin ha tenuto sotto pressione Espargarò per tutta la gara. Due spagnoli a giocarsi un derby motociclistico targato Italia: Aprilia contro Ducati. «Aleix ha faticato a sorpassarmi — ha raccontato il pilota della Pramac — ho provato a mettergli pressione, sperando in un suo errore, ma lui è stato bravo». Soprattutto, ed è l’aspetto che ha colpito di più, lo ha battuto sul suo terreno. «Siamo stati sorpassati dall’Aprilia in rettilineo, qualcosa non torna, la velocità è sempre stato il nostro punto forte». La Ducati ha perso anche la testa del campionato.
Enea Bastianini riparte dall’Argentina con il terzo posto e un ritardo di 9 punti dalla vetta. Ancora pochi in un campionato che stenta a trovare un protagonista sicuro. Non lo è Quartararo, ieri ottavo, non lo è Bagnaia, quinto dopo l’ennesimo weekend sofferto. Non può esserlo ancora Marc
Marquez, rimasto a casa a curarsi la diplopia. Ogni sogno è lecito, anche quello di Aleix Espargarò. «Non voglio svegliarmi, voglio sognare ancora. Domenica prossima, ad Austin, sarà dura, ma se penso che tre anni fa volevo cambiare tutto, stanco delle frustrazioni patite. Poi è arrivato Massimo ed è cambiato tutto...».
Massimo Rivola, ex della Ferrari, voluto nel ruolo di a.d. da Roberto Colaninno, presidente della Piaggio, catapultato come un marziano tra le due ruote, dopo l’esperienza in F1. Rivola ha messo ordine al reparto corse, gli uomini giusti al posto giusto. Come Romano Albesiano, il responsabile tecnico. O come Paolo Bonora, team manager e ingegnere elettronico. Laddove mancavano i mezzi ci hanno messo passione ed esperienza, quella ereditata da una lunga storia di successi (54 Mondiali vinti tra pista e fuoristrada dalle moto di Noale). Hanno azzeccato le scelte tecniche, sfruttando le concessioni regolamentari riservate ai costruttori più giovani della MotoGp, fino a quando non diventano competitivi (l’Aprilia è l’unica a poterne beneficiare). La svolta è arrivata nel 2021, lo si era capito dai sorrisi ritrovati al box a inizio stagione. Il podio di Silverstone ha dato morale al gruppo. L’arrivo di Maverick Viñales ha accresciuto le ambizioni. L’ex Yamaha è arrivato settimo, un primo segnale, un altro indizio che l’impresa argentina ha base solide.