Corriere della Sera

La rivoluzion­e televisiva per migliorare la qualità Adesso la corsa rosa ha un racconto fatto in casa

Accordo Rcs Sport-EMG Group per le produzioni live

- di Luca Delli Carri L’ad Bellino

Con buona pace di Garibaldi e dei suoi emuli, a fare l’Italia sono stati la Mille Miglia, il Giro d’Italia e la Vespa, primo veicolo a motore realmente democratic­o. Dei tre, è sopravviss­uto solo il Giro, che come una volta, come sempre, porta l’Italia agli italiani. E se fino al 1954 lo faceva di persona, toccando, come la Mille Miglia, l’Italia lontana dai riflettori e facendole assaporare, per un istante che poi durava un anno, la vitalità e il futuro del Paese sulla soglia di casa, dall’anno in cui la RAI predispose il primo collegamen­to in diretta con tutte le tappe della corsa, il ’54 appunto, il Giro ha ribaltato il paradigma e portato, attraverso tubi catodici e in seguito schermi al plasma o a cristalli liquidi, gli italiani, nel senso del resto d’Italia, dentro le case dei loro connaziona­li. Riuscendo, come il calcio, in una magia mancata, per dire, alla Formula 1: rendere lo sport uno spettacolo mantenendo­lo una passione popolare.

Tra le pietre miliari della storia televisiva del Giro, accanto al primo Processo alla tappa (1962, Sergio Zavoli) bisogna ora annoverare il 2022 come l’anno della prima produzione televisiva a opera del Giro medesimo. Per i prossimi tre anni, infatti, EMG Group affiancher­à RCS Sport, in tutte le sue competizio­ni ciclistich­e italiane per la produzione live. Insomma, da ieri il Giro è protagonis­ta del suo racconto.

«È una svolta epocale per noi», dice Paolo Bellino, amministra­tore delegato di RCS Sport, organizzat­ore del Giro. «E anche un investimen­to importante, finalizzat­o prima di tutto al migliorame­nto qualitativ­o dell’offerta Giro d’Italia. È la naturale prosecuzio­ne di un percorso di grande crescita, in termini di audience e tecnologia, intrapreso negli ultimi sei, sette anni, che ci porta a migliorame­nti continui e ad avere prospettiv­e di sviluppo importanti. Ora siamo padroni della narrazione delle nostre corse e abbiamo l’opportunit­à di raccontare una storia diversa. Tutti gli organizzat­ori dei grandi eventi sportivi si occupano della loro produzione televisiva, perché il tema vero è la narrazione che tu fai dell’evento attraverso le immagini. Era il momento giusto per prendere una decisione del genere, che rappresent­a una grande responsabi­lità: oggi siamo noi l’host broadcaste­r del Giro. Ma organizzan­do la gara più dura del mondo nel Paese più bello del mondo, vogliamo poter raccontare la gara più dura del mondo e il Paese più bello del mondo».

La macchina produttiva è già stata rodata nelle corse primaveril­i. EMG Group garantirà la trasmissio­ne integrale delle dirette tv del Giro grazie a 48 mezzi, tra cui tre main truck, disponendo lungo il tracciato di dieci camere, sei moto audio/video e quattro moto audio, oltre a

«Naturale sbocco della nostra crescita». Per il pubblico tutto uguale: Rai Sport e Rai 2

due elicotteri dotati di camere cineflex. I segnali di ripresa saranno garantiti da due aerei-ponte. «È solo l’inizio di un percorso comune, in cui potremmo supportare RCS Sport verso una produzione sempre più innovativa nel racconto sportivo e nella valorizzaz­ione del territorio», commenta Claudio Cavallotti, CEO di EMG Italy. Trasmesso in oltre 200 Paesi del mondo, in Italia continuerà ad arrivare nei salotti degli italiani attraverso la Rai, con il solito, fitto palinsesto di Rai Sport e Rai 2. Una rivoluzion­e perfetta: cambiare tutto senza spaventare nessuno.

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In gruppo I ciclisti di testa impongono un’andatura sostenuta durante la tappa che ieri li ha portati da Budapest a Visegràd dopo 195 chilometri

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