Tra Napoli e le ossessioni: Gianni Pisani «enfant terrible» dell’arte
All’inizio degli anni Sessanta Lea Vergine lo aveva definito «portatore di traumi», in pratica «enfant terrible della pittura italiana contemporanea». Gianni Pisani è morto la notte scorsa a Napoli all’età di 87 anni, dopo una lunga malattia: i funerali si svolgeranno oggi alle 11, nella chiesa di Santa Maria della Sanità, quella stessa chiesa per cui aveva realizzato il grande dipinto La Madonna della Sanità (2003). Nato a Napoli il 20 marzo 1935, Pisani ha vissuto luoghi ed esperienze cruciali dell’arte degli ultimi decenni, esponendo nelle maggiori rassegne nazionali e internazionali (Biennale di Venezia, Quadriennale di Roma), ricevendo nel corso degli anni attenzione da parte della critica più accorta e sensibile, da Gillo Dorfles a Pierre Restany. Tra i firmatari nel 1969 della Carta di fondazione della «Galleria Inesistente», Pisani (che è stato docente all’Accademia di Brera a Milano dal 1980 al 1982 e poi direttore dal 1994 al 1998 dell’Accademia napoletana di Belle Arti) aveva elaborato la sua poetica in particolare attorno ad alcune «metafore ossessive»: il mito dell’artista, il lutto, la morte, la nascita e «l’insostenibile pensiero della croce» riuscendo a stringere rapporti con la Pop Art, New Dada, Body Art Pisani Pisani.