Il Campiello Junior ai ragazzi di Antonella Sbuelz
Prima edizione del riconoscimento nato dalla collaborazione con la Fondazione Pirelli. La scelta degli alunni delle scuole
Racconta l’amicizia di due ragazzini, un fuggiasco e un rifugiato, il libro Questa notte non torno di Antonella Sbuelz, edito da Feltrinelli, che ha vinto la prima edizione del Premio Campiello Junior, nato dalla collaborazione tra Fondazione Il Campiello e Fondazione Pirelli. L’annuncio è giunto ieri, nel corso della finale che si è svolta al Campus di H-Farm di Roncade (Treviso), mentre la cerimonia di consegna del riconoscimento sarà a settembre, nell’ambito del Premio Campiello.
A decretare la vittoria di Sbuelz con 62 voti è stata una giuria di ragazzi delle scuole, che ha scelto la vincitrice tra i tre finalisti selezionati dalla giuria presieduta da Roberto Piumini. Gli altri autori in gara erano Chiara Carminati — giunta seconda con appena un voto in meno, 61 voti (Un pinguino a Trieste, Bompiani) — e Guido Quarzo e Anna Vivarelli, terzi con 23 voti (La scatola dei sogni, Editoriale Scienza).
La serata si è aperta con l’intervento di Enrico Carraro, presidente della Fondazione Il Campiello e di Confindustria Veneto: «Il Campiello è diventato uno dei principali premi letterari del nostro Paese e fa parte ormai del patrimonio culturale italiano. Con il Campiello Junior, insieme alla Fondazione Pirelli, abbiamo voluto andare oltre, dando spazio al talento degli scrittori che si dedicano alla narrativa e alla poesia per ragazzi, contribuendo alla loro crescita culturale e stimolandone la creatività».
Del divertimento della lettura, ma anche del suo compito formativo, ha parlato Antonio Calabrò, direttore della Fondazione Pirelli: «Le parole, si sa, sono un gioco serissimo, e con i bambini e i ragazzi bisogna impegnarsi con generosità perché imparino presto la bellezza del leggere e immaginare, scoprire, progettare».
Prima della proclamazione del vincitore, l’intervento del presidente della giuria, Roberto Piumini, scritto per l’occasione in poesia («dove ogni parola è un giuramento»): illustrando «cosa accade leggendo», ha spiegato al pubblico di giovanissimi in sala che non solo con il libro si può «fingere un’altra anima, fingere un altro corpo» ma «ogni parola mentre la leggiamo ci ripercorre il tempo della vita. Così come l’autore siamo autori».