Corriere della Sera

«Come va?», un programma di medicina molto rassicuran­te

- di Aldo Grasso

Come suggeriva Alberto Arbasino, ogni tanto una gita a Chiasso fa bene. La mia Chiasso è la RSI, la tv svizzera di lingua italiana. Se non la ricevete direttamen­te sul televisore, è sempre possibile andare sul sito e scegliere qualche programma. Quasi per caso sono finito su un programma di medicina perché nella presentazi­one si sosteneva questo: le malattie cardiovasc­olari sono la prima causa di morte nelle donne, eppure nell’immaginari­o collettivo, sono gli uomini ad avere l’infarto. Vero. Nelle interviste che aprivano il servizio, alcuni uomini sostenevan­o, in dialetto ticinese, che non avevano mai sentito parlare di una donna morta per infarto. Finita la premessa, sto parlando di «Come va?», un programma di Leila Galfetti, Riccardo Silvestri e Chris Guidotti, proposto ora in una pezzatura più corta e suddiviso per argomenti. Di norma, il programma condotto da Laura Pozzi affronta temi della salute e della medicina invitando in studio medici e specialist­i. Si parla di malattie ma anche di prevenzion­e e di novità terapeutic­he.

Era dai tempi di «Check-up» di Biagio Agnes che non guardavo un programma di medicina. Il motivo? Come molti spettatori sono convinto che parlino di me, che i sintomi che stanno descrivend­o sono proprio quelli che ho provato la sera prima. Non c’è niente da fare, i devoti di questi programmi sono un popolo di ipocondria­ci, di malati immaginari, di persone ansiose per la propria salute, desiderose di informazio­ni e rassicuraz­ioni. Per questo il medical è uno dei generi più frequentat­i della serialità.

«Come va?» è, appunto, molto rassicuran­te: le dottoresse responsabi­li del Cardiocent­ro di Lugano, è il caso di dirlo, usano parole rincuorant­i. C’è una frase che mi ha molto colpito: «Le donne danno più importanza alle malattie del marito e dei figli e non pensano a curarsi». Forse è questo il motivo per cui si parla solo di infarti maschili.

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