Corriere della Sera

● I CINQUE STELLE E LE (DIECI) LEZIONI DI POLITICA

- Di Aldo Grasso

Non è mai troppo tardi. Il M5S ha inaugurato la sua scuola di formazione politica, in dieci lezioni, coordinata da Chiara Appendino. È consuetudi­ne rimpianger­e il maestro Manzi che tanto ha fatto per insegnare l’abc della lingua italiana. I maestri Manzi chiamati a insegnare l’abc della politica ai fortunati usciti dalla «tombola democratic­a» sono molti: dal presidente dell’Inps Pasquale Tridico al teorico del fancazzism­o Domenico De

La scuola

Masi, dal costituzio­nalista Gustavo Zagrebelsk­y alla politologa Nadia Urbinati, dall’ex ministro Fabrizio Barca al bellicoso «pacifista» Tomaso Montanari, all’economista premio Nobel Joseph Stiglitz.

Capire la politica, for dummies. Fra gli insegnanti, tutti virtuosi esempi di «società civile», alcuni sono animati da un’ansia intransige­nte di impartire lezioncine di etica, altri dalla volontà di raddrizzar­e i legni storti delle istituzion­i politiche, altri ancora, inemendabi­li giacobini, da un sordo rancore verso il «governo dei migliori» da cui si sentono esclusi.

Dieci lezioni sono un corso accelerato; un po’ poco per studenti la cui idealità consisteva nell’aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno. Trasformar­e il movimento in un partito? La scuola di Conte contro quella di Di Maio?

Dalla velleità alla buona volontà. È già qualcosa, il poco o il tanto del possibile.

I lavori coordinati da Chiara Appendino Tra virtuosi e giacobini rancorosi

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