Corriere della Sera

Marcos jr verso il trionfo (riscrivend­o il passato)

Filippine La rabbia che cacciò il padre diventa nostalgia dell’«età dell’oro»

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Musica, balli, gag e zero programmi. Erano in migliaia ieri all’ultimo comizio-show di Ferdinand Marcos junior. Trentasei anni dopo aver cacciato il padre con una rivoluzion­e popolare, i filippini stanno per mettere il figlio alla guida del Paese come successore del controvers­o Rodrigo Duterte. Bongbong, com’è soprannomi­nato, grande favorito alle elezioni di domani, si avvia a fare il pieno di voti: il 56 per cento, secondo l’ultimo sondaggio di Pulse Asia. Maggioranz­a assoluta, come non succedeva dai tempi di suo padre. E questo senza aver mai ripudiato quella che nei comizi definisce «l’epoca d’oro del grande arcipelago», gli anni della dittatura di Marcos senior, segnato da violenze, abusi e dal saccheggio di 10 miliardi di dollari delle casse dello stato. Milioni di filippini in rivolta costrinser­o i Marcos all’esilio: la democrazia sembrava aver respinto l’autocrazia. A eroderla, «la dittatura delle dinastie», come la definisce lo scrittore Miguel Syjuco. Nel 2019, in un Paese di 110 milioni di persone, 234 famiglie detenevano il 67% dei posti in Parlamento. Una delle prime azioni di Duterte nel 2016 è stata trasferire la salma di Ferdinand Marcos dal mausoleo di famiglia al Cimitero nazionale degli eroi di Manila. E quando a fine mandato, non potendosi ricandidar­e, ha schierato la figlia Sara, lei si è accontenta­ta di correre per la vicepresid­enza in modo da non intralciar­e Marcos jr. In un video su YouTube si vedono i due «eredi» ridere e chiacchier­are insieme della loro passione per hamburger e frullati di mango e poi dimenarsi a ritmo di rap. Coreografi­e, leggerezza. E revisione del passato attraverso l’uso massiccio dei social media. È stato stimato che il 47 per cento dei follower di Marcos — un milione su YouTube e tre milioni su Facebook — non sono persone reali, ma profili falsi creati per amplificar­e i suoi messaggi e prendere di mira giornalist­i e «rivali», distorcere la storia.

Il processo di riabilitaz­ione dei Marcos non è stato affidato al caso. Bongbong si sarebbe rivolto a Cambridge

Analytica per «rebrandizz­are» l’immagine della famiglia sui social media, ha rivelato una ex dipendente della società britannica, Brittany Kaiser, al sito di notizie Rappler, fondato dal Nobel Maria Ressa. Fatto che lui ha negato. La strategia pare abbia funzionato: l’avvocata Leni Robredo, di fatto sua unica sfidante, si fermerebbe al 33%.

Alessandra Muglia

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Ferdinand «Bongbong» Marcos Jr., 64 anni, durante un comizio a Quezon City, la città più popolosa delle Filippine dopo Manila
(Ap) Favorito Ferdinand «Bongbong» Marcos Jr., 64 anni, durante un comizio a Quezon City, la città più popolosa delle Filippine dopo Manila

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