Corriere della Sera

«Da 40 giorni più reinfezion­i ma la curva continua a scendere Ora aspettiamo vaccini specifici»

L’epidemiolo­go Greco: la maggioranz­a adotta ancora cautele

- di Margherita De Bac

Reinfezion­i: chi ha contratto il virus può «fare il bis» venendo a contatto con una variante diversa da quella conosciuta la prima volta. È la furbizia del Sars-CoV-2 che così riesce ad aggirare le difese del sistema immunitari­o, a creare un nuovo incubatore e a prolungare la fase di sopravvive­nza. «Negli ultimi 40 giorni si è avuto un costante, se pur lieve, aumento del numero di reinfezion­i in soggetti che si contagiano la seconda volta pur essendosi vaccinati», inquadra il fenomeno Donato Greco, medico epidemiolo­go.

Perché succede?

«È molto verosimilm­ente che sia il risultato della progressiv­a diminuzion­e della difesa anticorpal­e sia nei vaccinati sia nei non vaccinati che si erano già ammalati. Siamo saliti dal 3% di marzo al 5 attuale, calcolando la percentual­e settimanal­e sul totale dei casi diagnostic­ati. Per paradosso, la diminuita circolazio­ne virale contribuis­ce a questo aumento, perché meno persone vengono contagiate e quindi meno persone possono beneficiar­e del cosiddetto effetto booster, che rinforza l’immunità come fosse una terza dose di vaccino».

Come mai i più colpiti sono i giovani adulti?

«Non è una novità. Sin dall’anno scorso le più colpite sono le fasce dei giovani e dei giovani adulti, quelli con minore memoria immunitari­a e copertura vaccinale».

È già visibile nella trama dei dati l’effetto «giù le mascherine»?

«Non vi sono evidenze di un effetto negativo dei provvedime­nti scattati il Primo maggio, è troppo presto per identifica­re questo segnale. Non mi aspetto un contraccol­po significat­ivo delle recenti riaperture. Gran parte della popolazion­e continua ad adottare precauzion­i, in ospedali e terapie intensive i ricoveri sono in costante calo: i reparti ospitano pazienti non vaccinati e immunizzat­i in modo incompleto, oltre a persone anziane molto fragili per età e concomitan­za di patologie croniche».

Dove stiamo andando?

«La strada sembra rischiarat­a. In Italia, come in tutta Europa, l’andamento dell’epidemia è in progressiv­a diminuzion­e. Resta tuttavia una significat­iva parte della popolazion­e, compresi i bambini forse dieci milioni di cittadini in totale, che non è vaccinata o non ha completato il ciclo. È grazie a loro che il virus si sostiene. La curva continua a scendere e la calda stagione in arrivo dovrebbe garantirci un’estate tranquilla».

E se in autunno, stagione favorevole ai virus respirator­i, non fossero disponibil­i i nuovi vaccini contro la variante Omicron?

«Già oggi almeno due aziende hanno presentato richiesta di autorizzaz­ione all’agenzia europea dei medicinali Ema, quindi è altamente probabile che nella stagione invernale si potrà avere una dose di richiamo contro i ceppi virali recenti, forse da fare anche in combinazio­ne o in coincidenz­a con l’abituale antinfluen­zale. Se oggi fosse somministr­ata una quarta dose, contenente i ceppi originari di Wuhan e non la variante Omicron, non ci sarebbe un vantaggio significat­ivo per la popolazion­e generale. È utile invece per le persone fragili, ricordiamo­lo sempre».

In base alle esperienze precedenti dopo quanto tempo i virus pandemici tendono a sparire? Il Sars-CoV-2 si sta dimostrand­o più ostinato?

«La maggior caratteris­tica dei virus pandemici è la loro bizzarria. Proprio perché nuovi, non trovano un’immunità storica nella popolazion­e e quindi si muovono attivament­e, a caccia di nicchie in cui propagarsi. I virus non spariscono mai. Si riparano in angoli ristretti e poco visibili».

Le più colpite sono le fasce dei giovani e dei giovani adulti, quelli con minore memoria immunitari­a ma anche con minore copertura vaccinale

Il governo di Biden è in allarme per una potenziale nuova ondata di Covid in autunno e inverno. Vengono richiesti fondi aggiuntivi per contrastar­e 100 milioni di possibili contagi. E l’Italia?

«Oggi non c’è alcuna evidenza di rischio di devastanti epidemie da Covid autunnali in Italia, anzi vi sono ragionevol­i motivi per attendersi una recrudesce­nza contenuta. In Usa la situazione è ben diversa, la vaccinazio­ne è andata avanti a macchia di leopardo così come le misure di mitigazion­e. Manca un sistema sanitario universali­stico. I danni sono evidenti».

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(foto Afp) Preparativ­i Alcuni addetti raggruppan­o scatole di cibo prima di consegnarl­e ai residenti del quartiere Jing’an di Shanghai

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