Gli alpini a Rimini La festa e l’orgoglio dopo la pandemia
I selfie con il generale Figliuolo, le fanfare dirette da Mogol In 80 mila attesi oggi per la grande sfilata conclusiva
Aspettando la grande sfilata di oggi, ottantamila uomini della montagna in marcia sul lungomare di Rimini, ieri pomeriggio in molti non volevano perdersi lo spettacolo delle trenta fanfare dirette da Mogol. Nemmeno lo stadio è riuscito ad accogliere tutti, ma chi è rimasto fuori si è consolato quando è uscito il generale Francesco Paolo Figliuolo, salutato come una vera star, bloccato per strappargli un selfie.
Dopo due anni di stop imposto dalla pandemia, torna l’Adunata degli alpini e celebra i 150 anni della nascita del Corpo ma soprattutto l’orgoglio del popolo con la penna che ancora una volta sente di aver dimostrato che nei momenti di bisogno è presente. «Figliuolo è il nostro faro» indica il presidente dell’Ana, l’Associazione nazionale alpini, Sebastiano Favero. Ma la forza sta nella base, nelle 4.312 sezioni, nei 450 mila iscritti che non amano stare con le mani in mano. L’Adunata è la loro festa, l’appuntamento tanto atteso per ritrovarsi insieme e anche lasciarsi andare a bere e mangiare. L’Ana, consapevole dei rischi, alla vigilia ha stilato un decalogo di buone maniere, vietando per esempio i «trabiccoli», i trattorini con dietro la botte di vino. Qualcuno non ha obbedito, anzi uno è stato piazzato proprio davanti alla stazione ad accogliere chi arrivava.
Ieri fino a notte fonda sembrava Ferragosto, ogni angolo della città si è trasformato in un palco per intonare cori e dispensare buonumore. Instancabili. E oggi li attende un corteo infinito che potrebbe durare anche dodici ore.