Corriere della Sera

«L’ospedale da campo di Bergamo in soli 7 giorni»

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Il 18 marzo 2020 Sergio Rizzini e i suoi uomini vennero chiamati a Bergamo per una corsa disperata contro il tempo. «In sette giorni, lavorando giorno e notte, aprimmo l’ospedale da campo in Fiera». Una sfida che divenne un modello, studiato anche all’estero. «Era come una sala operatoria, ma di 6.500 metri quadrati, dotata di tutto, con l’aria sempre sanificata. Infatti durante la prima ondata lì ci fu solo una vittima, due i contagi lievi tra i medici». Rizzini, 56 anni, di profession­e consulente strategico, è il responsabi­le della Sanità alpina, 500 volontari operativi più altri 500 a disposizio­ne. Ha operato in contesti complicati, a volte anche all’estero, ma si commuove ancora oggi nel ricordare quei primi giorni della pandemia. «La prima linea era nelle case, la gente era presa dalla disperazio­ne, dallo sconforto, aveva perso la speranza. Noi alpini abbiamo rappresent­ato una luce, una squarcio nel buio e questo ci ha ripagata di tutti gli sforzi fatti». Adesso sono impegnati anche per l’Ucraina. Con lo spirito di sempre. «I nostri due motti guida sono: bisogna prendersi cura dei vivi per onorare i morti; e non esiste l’impossibil­e».

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Sergio Rizzini
Volontario Sergio Rizzini

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