Corriere della Sera

«Mia madre, la sposa più bella con la sua veletta bianca»

- Graziella Abiatico,

«Icapelli appena ondulati, color del sole, provavi a tenerli in ordine con una sottile veletta bianca...»: è la mia mamma nel giorno del suo matrimonio, scrissi qualche verso «La sposa più bella» dopo aver ascoltato il suo racconto. Oggi è la festa della mamma e si sa, possiamo essere tante cose, ma prima di tutto siamo figli, piccoli, di mezza età o grandi, figli. Desidero ricordare con lei, da poco scomparsa, le mamme di una volta. Nelle immagini di questi giorni vediamo bambini con le loro mamme lasciare le case per mettersi in salvo dai bombardame­nti, e le persone anziane in difficoltà, che non possono, né forse vogliono allontanar­si dalla loro terra, provate dagli anni, dalla vita trascorsa, la guerra vissuta già da bambini. E poi, la fame, il freddo, le malattie, la fragilità dei corpi, intorno solo macerie, senza più nemmeno un tetto sulla loro testa, senza più nulla. Questa guerra, con il suo orrore, va a sommarsi per queste persone alle tribolazio­ni patite, una vita intera solo di lavoro, proprio come quella della mia mamma e ora, negli ultimi giorni della loro esistenza, sopportano questo scempio. Loro, lo so, come la mia mamma, hanno vissuto una vita di duro lavoro, hanno indossato il vestito nuovo solo nelle feste importanti, hanno cantato nelle procession­i solenni e le grandi città, le montagne, il mare, lo hanno visto solamente in cartolina. Desidero ricordare così la mia mamma, con grande amore e tenerezza, lei e tutte le donne come lei, per la vita che ci hanno donato, per il bene senza misura che ci hanno regalato, e chiedere loro perdono per tutte le nostre mancanze, le assenze, per il poco e niente che abbiamo ricambiato.

Flero (Brescia)

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