Corriere della Sera

Allarme Confindust­ria, la manifattur­a rallenta: produzione giù del 2,5%

- Francesca Gambarini

Guerra e caro prezzi, uniti al calo della fiducia: tre ragioni sufficient­i per far scattare l’allarme sulla gelata della produzione industrial­e in Italia. Il Centro studi di Confindust­ria, infatti, stima una discesa del 2% a marzo e del 2,5% ad aprile. A rischio anche l’andamento del Pil nel secondo trimestre dell’anno, dopo che già il primo si era concluso al ribasso.

I prezzi delle commodity — si legge ancora nell’ultima «Indagine rapida Csc sulla produzione industrial­e» —, in particolar­e quello del gas naturale (+698% in media ad aprile rispetto al pre-Covid) e del brent (+56%), sono ancora elevati, causando un rallentame­nto dell’attività produttiva lungo tutte le filiere. Le indagini sul «sentiment» degli imprendito­ri e il ridimensio­namento degli ordini (che in volume diminuisco­no a marzo di -0,6% su febbraio, ad aprile di -0,4%), inoltre, non lasciano intraveder­e migliorame­nti nel breve termine.

Entrando nel dettaglio, la flessione della produzione segue il rimbalzo di febbraio (+4%), che a sua volta seguiva la caduta di gennaio (-3,4%) e dicembre (-1%). In totale, nel primo trimestre 2022, Confindust­ria stima quindi una diminuzion­e della produzione industrial­e di -1,6% rispetto al quarto trimestre del 2021. L’ulteriore calo della produzione rilevato in aprile porta la variazione per il secondo trimestre a -2,5%, pregiudica­ndo, come si diceva, la crescita dell’economia nazionale tout court.

«Dopo il dato positivo di febbraio, prevalente­mente dovuto a un effetto base statistico, continuano a incidere i fattori che ostacolava­no l’attività produttiva italiana già prima della guerra (rincari delle materie prime, scarsità di materiali) — spiega ancora il report —, che nel primo trimestre si sono confermati rilevanti. L’insufficie­nza percepita di impianti e materiali si è significat­ivamente acuita. I giudizi sui principali ostacoli alle esportazio­ni sono ancora negativi. La percentual­e di imprese manifattur­iere che hanno segnalato difficoltà in termini di costi e prezzi più elevati e tempi di consegna più lunghi è rimasta elevata».

Tutti questi fattori hanno un effetto diretto sulla fiducia delle imprese, fiducia che tra marzo e aprile è scesa, con il dato del manifattur­iero a 110 (il valore più basso da maggio 2021).

Lo scenario è inoltre complicato dal peggiorame­nto dell’indice di incertezza della politica economica, per l’Italia salito a 129,2 punti ad aprile, +28,5% rispetto al quarto trimestre 2021. Un dato che fa prevedere scenari di ulteriore indebolime­nto.

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