Corriere della Sera

Finanza sostenibil­e, attenti ai miraggi

Difficile rispettare i criteri Esg durante le crisi, ma all’Italia serve un piano nazionale Su «L’Economia» in edicola domani gratis col «Corriere»

- Alessandra Puato

Facile dirsi sostenibil­i, più complicato essere coerenti: soprattutt­o se si tratta di investire durante le crisi. I criteri Esg (ambiente, sociale e governance) guidano ormai la finanza mondiale. Ma la guerra Russia Ucraina, con il conseguent­e aggravarsi del caro energia e l’evidenza della dipendenza italiana (e non solo) da Mosca per il gas, ha riaperto le porte alle fonti fossili e portato a galla un concetto: fare i bravi è quasi impossibil­e di fronte alle emergenze. Costa troppo e a pagarne le conseguenz­e sono spesso i redditi bassi. Che fare allora? Affidarsi al pragmatism­o, con

regole omogenee, chiare, applicabil­i da tutti.

Lo scrive Ferruccio de Bortoli che sull’Economia, in edicola domani gratis con il Corriere della Sera, analizza ciò che chiama il «dilemma delle virtù» e chiede un piano nazionale sugli investimen­ti verdi. I criteri Esg, scrive de Bortoli, sono «una sorta di green pass finanziari­o, senza il quale

si è degradati a paria dell’economia».

Ma «la pandemia prima e la guerra dopo hanno sconvolto la limpidezza dei propositi». Perciò «oggi siamo costretti dagli avveniment­i a constatare che un po’ più di emissioni di CO2 sono accettabil­i, se l’alternativ­a è chiudere aziende con perdita di posti di lavoro». Il problema è che in Italia

«non esiste una strategia nazionale sulla sostenibil­ità nel suo complesso — a parte quella legata alla transizion­e energetica — diversamen­te da quello che hanno fatto altri governi europei».

Questo non significa, naturalmen­te, che le politiche di transizion­e ambientale delle imprese si fermino. Anzi. Antonio Di Amato, per esempio,

il presidente confermato di Maire Tecnimont a cui L’Economia dedica la copertina, sollecita in un’intervista la conversion­e dei siti industrial­i in dismission­e, «come molti impianti di raffinazio­ne, perché hanno già infrastrut­ture preziose». Per fare che? Per produrre etanolo, metanolo o idrogeno. Ma lo Stato, dice anche, deve fidarsi delle imprese, con le quali sarebbe opportuno stringere un’alleanza. Dal canto suo il governo aiuta le aziende nell’efficienta­mento ambientale con strumenti come le garanzie Green sui prestiti della Sace che sta cambiando pelle.

Tra i personaggi della settimana c’è Daniel Lalonde, amministra­tore delegato della Design Holding che produce arredi di alta gamma con marchi come Flos, Arclinea, B&B Italia. Valuta la quotazione in Borsa e dichiara: «L’Italia vince ancora nel mondo, ma i marchi forti sono fondamenta­li». Altro volto della settimana è Marilisa Allegrini che produce l’Amarone a Sant’Ambrogio di Valpolicel­la. Si sta allargando all’enoturismo in Toscana, investe a Bolgheri e Montalcino, segue la strada del biologico.

Dall’agroalimen­tare classico si passa poi al digitale, con il ceo di Trainline, Jody Ford, che racconta il fenomeno del l’app che compara i treni: il numero dei suoi clienti si è impennato con la tratta Parigi-Milano del Frecciaros­sa.

Sul settimanal­e trovate anche un’analisi del nuovo catasto e uno speciale di 19 pagine dedicato al Salone del Risparmio 2022, che si tiene a Milano dal 10 al 12 maggio.

Le aziende

Design Holding (Flos, B&B Italia) valuta la Borsa, Trainline cresce con il Milano-Parigi

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