Finanza sostenibile, attenti ai miraggi
Difficile rispettare i criteri Esg durante le crisi, ma all’Italia serve un piano nazionale Su «L’Economia» in edicola domani gratis col «Corriere»
Facile dirsi sostenibili, più complicato essere coerenti: soprattutto se si tratta di investire durante le crisi. I criteri Esg (ambiente, sociale e governance) guidano ormai la finanza mondiale. Ma la guerra Russia Ucraina, con il conseguente aggravarsi del caro energia e l’evidenza della dipendenza italiana (e non solo) da Mosca per il gas, ha riaperto le porte alle fonti fossili e portato a galla un concetto: fare i bravi è quasi impossibile di fronte alle emergenze. Costa troppo e a pagarne le conseguenze sono spesso i redditi bassi. Che fare allora? Affidarsi al pragmatismo, con
regole omogenee, chiare, applicabili da tutti.
Lo scrive Ferruccio de Bortoli che sull’Economia, in edicola domani gratis con il Corriere della Sera, analizza ciò che chiama il «dilemma delle virtù» e chiede un piano nazionale sugli investimenti verdi. I criteri Esg, scrive de Bortoli, sono «una sorta di green pass finanziario, senza il quale
si è degradati a paria dell’economia».
Ma «la pandemia prima e la guerra dopo hanno sconvolto la limpidezza dei propositi». Perciò «oggi siamo costretti dagli avvenimenti a constatare che un po’ più di emissioni di CO2 sono accettabili, se l’alternativa è chiudere aziende con perdita di posti di lavoro». Il problema è che in Italia
«non esiste una strategia nazionale sulla sostenibilità nel suo complesso — a parte quella legata alla transizione energetica — diversamente da quello che hanno fatto altri governi europei».
Questo non significa, naturalmente, che le politiche di transizione ambientale delle imprese si fermino. Anzi. Antonio Di Amato, per esempio,
il presidente confermato di Maire Tecnimont a cui L’Economia dedica la copertina, sollecita in un’intervista la conversione dei siti industriali in dismissione, «come molti impianti di raffinazione, perché hanno già infrastrutture preziose». Per fare che? Per produrre etanolo, metanolo o idrogeno. Ma lo Stato, dice anche, deve fidarsi delle imprese, con le quali sarebbe opportuno stringere un’alleanza. Dal canto suo il governo aiuta le aziende nell’efficientamento ambientale con strumenti come le garanzie Green sui prestiti della Sace che sta cambiando pelle.
Tra i personaggi della settimana c’è Daniel Lalonde, amministratore delegato della Design Holding che produce arredi di alta gamma con marchi come Flos, Arclinea, B&B Italia. Valuta la quotazione in Borsa e dichiara: «L’Italia vince ancora nel mondo, ma i marchi forti sono fondamentali». Altro volto della settimana è Marilisa Allegrini che produce l’Amarone a Sant’Ambrogio di Valpolicella. Si sta allargando all’enoturismo in Toscana, investe a Bolgheri e Montalcino, segue la strada del biologico.
Dall’agroalimentare classico si passa poi al digitale, con il ceo di Trainline, Jody Ford, che racconta il fenomeno del l’app che compara i treni: il numero dei suoi clienti si è impennato con la tratta Parigi-Milano del Frecciarossa.
Sul settimanale trovate anche un’analisi del nuovo catasto e uno speciale di 19 pagine dedicato al Salone del Risparmio 2022, che si tiene a Milano dal 10 al 12 maggio.
Le aziende
Design Holding (Flos, B&B Italia) valuta la Borsa, Trainline cresce con il Milano-Parigi