I vincitori (e maestri) del Nonino: coltivare la speranza in tempi bui
Consegnati i riconoscimenti a David Almond, Nancy Fraser, Mauro Ceruti e al progetto Affido Culturale
RONCHI DI PERCOTO (UDINE) La scenografia, l’atmosfera, la musica sono quelle di sempre. Così la festa dedicata a un Premio che mantiene le profonde radici nella terra friulana dove, dal 1975, una grande famiglia di distillatori (dentro la quale domina il matriarcato) ha saputo sapientemente mixare la grappa con la cultura internazionale. E fa un certo effetto, prima ancora della cerimonia in onore dei vincitori del Premio Nonino «quarantacinquesimo anno + due» (causa pandemia sono saltate le edizioni del 2020 e 2021), guardare sul grande schermo alle spalle del palco la carrellata di personaggi che, nel tempo, sono passati nel salone della Distilleria: scrittori, filosofi, registi, scienziati dall’Italia e dal mondo.
Nomi di peso (di cui ben sei poi insigniti del Premio Nobel) che, magicamente, a Percoto (paese della provincia di Udine) si lasciano contaminare dal tratto semplice e giocoso dei Nonino, capaci di mettere tutti a proprio agio. Un ospite fisso questa volta è assente giustificato, causa impegni istituzionali: Giorgio Parisi, Premio Nonino 2005 e Nobel per la Fisica 2021, si palesa però da remoto — capelli arruffati, sorriso ironico — con un breve discorso, sottolineando che indossa la stessa giacca del 2005. Si congeda con un brindisi alla grappa di Picolit.
Va detto che, pur nel clima festoso, l’evento di ieri non poteva non tener conto degli echi della guerra in corso e delle incertezze a venire. In apertura, Giannola Nonino, madre e nonna della grande famiglia, felice per la ripresa del Premio, ha auspicato a gran voce l’avvento della pace.
Ma veniamo ai vincitori, verso i quali alcuni componenti della giuria (presieduta da Antonio Damasio e composta da Adonis, Suad Amiry,
John Banville, Peter Brook, Luca Cendali, Emmanuel Le Roy Ladurie, James Lovelock, Claudio Magris, Norman Manea, Edgar Morin) hanno speso parole di elogio. Il «Risit d’Aur» (barbatella d’oro), anima «territoriale» del Premio, quest’anno vede sul podio Affido Culturale, progetto di solidarietà nato a Napoli e in estensione in altre città.
Il Premio Internazionale Nonino 2022 tocca a David Almond. Il suo romanzo classico per giovani, Skellig (in Italia pubblicato da Salani), è
stato tradotto in quaranta lingue. Nel discorso tesse l’elogio della scrittura e dice che l’atto di scrivere è di per sé «infantile». Esorta: «Dobbiamo continuare a scrivere e cantare, e sussurrare parole… Dobbiamo sostenere la speranza e l’ottimismo in un mondo spesso terribile. Dobbiamo essere ispirati dai nostri bambini». L’ultimo romanzo di Almond è La guerra è finita (Salani), racconto ambientato durante la Prima guerra mondiale.
L’altra sezione del Nonino è
per i «Maestri del nostro Tempo». Ecco sul palco i due premiati: la pensatrice americana Nancy Fraser, che si segnala per l’anticonformismo in un mondo conformista. E il filosofo Mauro Ceruti.
Entra subito nell’argomento che le sta a cuore, Fraser: «Viaggiando verso Udine mi sono giunte notizie scioccanti. Un documento trapelato rivela che la maggioranza della Corte Suprema degli Stati Uniti si sta preparando ad abolire il diritto all’aborto. Vorrebbero cioè rovesciare la storica sentenza del 1973 che ha sancito la libertà alla donna di scegliere di abortire senza eccessive limitazioni da parte del governo». Da qui le sue parole incisive sul valore della «libertà individuale e della giustizia sociale».
Mauro Ceruti paventa, invece, l’autodistruzione globale dell’umanità. «Questa possibilità lega in un destino comune tutti i popoli della Terra, e l’umanità intera alla Terra stessa. Nessuno si salva da solo. È ciò che rivelano oggi tre grandi crisi planetarie. Il clima, la pandemia, la guerra».