Bombe sul Donbass, colpita una scuola: decine di morti I resistenti di Azovstal: non ci arrenderemo
Novanta persone erano rifugiate nell’edificio, solo trenta per ora sarebbero state salvate. In un villaggio vicino uccisi due ragazzi di 11 e 14 anni. Allontanati i russi da Kharkiv
ZAPORIZHZHIA Dozzine di civili morti, forse sino ad una sessantina, rimasti intrappolati in un edificio scolastico del villaggio di Bilohorivka: potrebbe essere il bilancio dell’ennesimo bombardamento russo ieri mattina nel cuore del Donbass conteso. La denuncia arriva dal governatore della regione del Lugansk, Serhiy Haidai. A suo dire, circa 90 civili si erano rifugiati nei sotterranei della scuola, quando l’artiglieria ha colpito appiccando un largo incendio, i soccorritori avrebbero trovato due morti tra le macerie e portato in salvo una trentina di scampati. «Molto probabilmente la sessantina di persone rimasta intrappolata è deceduta», fa sapere. La notizia non trova ancora conferme ufficiali e tuttavia testimonia della durezza dei combattimenti in corso, assieme alla confusione tra informazione e propaganda che inevitabilmente accompagna le fasi acute dei conflitti. Due ragazzi di 11 e 14 anni sarebbero morti sotto le bombe nel vicino villaggio di Pryivilillia, mentre i russi annunciano di avere catturato quello adiacente di Popasna.
Momento delicato
Siamo infatti in un momento particolarmente delicato della guerra. A due mesi e mezzo dal suo inizio e in concomitanza oggi con le celebrazioni russe del 77esimo anniversario della «grande guerra patriottica», Vladimir Putin insiste per ottenere successi, lo testimonia l’intensificazione dei bombardamenti in particolare nel Donbass, assieme al tentativo in queste ore di sconfiggere definitivamente la resistenza delle centinaia di soldati e volontari combattenti ucraini (forse poco meno di 2.000, inclusi centinaia di feriti) ancora asserragliati nei sotterranei delle acciaierie Azovstal di Mariupol. In una sorta di drammatica «conferenza stampa online», tenuta in diretta dai sotterranei, due dei loro ufficiali hanno ribadito la ferma intenzione di non consegnare le armi. «La resa è impossibile, non facciamo questo regalo al nemico», dicono. Ma confermano che i russi «continuano i bombardamenti e le sortite via terra» (Mosca nega). Resta invece da chiarire la sorte delle centinaia di civili (il numero preciso non è noto) evacuati due giorni fa dall’acciaieria con il contributo Onu e della Croce Rossa, che sarebbero in mano ai russi, mentre al centro sfollati di Zaporizhzhia spiegavano ieri che dovrebbero arrivare alle linee ucraine nelle prossime ore. Ma la novità
Le colonne russe potrebbero presto essere costrette a rientrare in patria
delle ultime due settimane è che ormai anche la «seconda fase della guerra» — come l’avevano definita a Mosca dopo essere stati battuti nel tentativo originario di prendere direttamente Kiev e defenestrare il governo Zelensky — sta diventando estremamente complessa per la Russia. Le unità ucraine sono state largamente aiutate dai rinforzi militari americani assieme agli alleati occidentali (che hanno inviato cannoni, tank, munizioni, razzi contraerei, droni e garantito un flusso continuo di dati forniti dall’intelligence) e adesso stanno passando al contrattacco.
Fulcro dello scontro (oltre alla zona della Azovstal) resta il Donbass settentrionale e specialmente la regione a ovest di Lugansk. Più a nord le truppe ucraine stanno riuscendo ad allontanare i russi da Kharkiv (la seconda città del Paese), rendendo più difficile alla loro artiglieria di martellare la zona urbana.
La resistenza
Comunque nelle ultime ore sono morti almeno tre civili. Le colonne russe potrebbero così presto essere costrette a rientrare nel loro territorio, che si trova a meno di 50 km da Kharkiv. Il comando ucraino tenta la stessa operazione anche verso Lugansk. Ma i russi resistono, perché proprio qui i loro piani mirano adesso a prendere le città di Sloviansk e Kramatorsk nel
tentativo di raggiungere i confini regionali del Donbass, completando così il successo delle battaglie del 2014-15.
Il villaggio di Bilohorivka si trova sulla direttiva della loro avanzata verso Sloviansk. I pochi civili rimasti si erano rifugiati nella scuola proprio perché in genere si tratta dello stabile più ampio e robusto. Ma, proprio per questo stesso motivo, accade spesso che i russi attacchino le scuole, ritenendo che possano bivaccarvi anche i soldati. Due giorni fa visitando il villaggio di Shevchenko, presso la linea del fronte nel Donbass meridionale, era impossibile non notare che i bombardamenti pesanti russi, persino con i missili Tochka-u, avevano centrato in particolare la scuola elementare e l’asilo.