Corriere della Sera

La linea di Draghi: avanti con le sanzioni Fare ogni sforzo per negoziati di pace

Il premier: raggiunger­e quanto prima un cessate il fuoco

- di Marco Galluzzo

Domani il capo del governo arriverà a Washington e il gas sarà uno dei temi forti nel confronto con Biden L’impegno contro la crisi alimentare dei Paesi più poveri

Sostegno al popolo ucraino, quindi aiuti militari, altrimenti «l’Ucraina sarà costretta ad arrendersi». Contrasto all’aggression­e russa, quindi sanzioni e, condizione necessaria, un piano per smarcarsi dal gas di Mosca. Ma non solo. Mario Draghi, con i leader del G7, ha ribadito «l’importanza di uno stretto coordiname­nto» per «perseguire la pace promuovend­o un immediato cessate il fuoco e negoziati credibili».

Nel videocolle­gamento con i leader, dove ha partecipat­o anche il presidente ucraino Zelensky, il premier ha insistito: «Dobbiamo continuare a sostenere l’Ucraina e dobbiamo andare avanti con il sesto pacchetto di sanzioni nei confronti della Russia». Quello che, tra le altre misure, dovrebbe dare il via allo stop graduale alle importazio­ni di petrolio dalla Russia, ancora incagliato al tavolo negoziale degli Stati europei. Sbloccarlo è necessario, serve inasprire le sanzioni, solo così si può mantenere alta la pressione sul Cremlino. «Allo stesso tempo — prosegue Draghi —, dobbiamo fare ogni sforzo per aiutare a raggiunger­e quanto prima un cessate il fuoco e per dare nuovo slancio ai negoziati di pace».

Non solo arsenali, e sanzioni, ma anche granai. C’è pure questo tema al tavolo del G7 dopo l’allarme carestia globale lanciato dall’Onu: la guerra, con la chiusura dei porti, blocca tonnellate di cereali, tra grano e mais, nei silos ucraini. «Il G7 deve anche continuare a impegnarsi per aiutare quei Paesi poveri che rischiano una crisi alimentare — continua Draghi —. Il nostro impegno e la nostra unità sono essenziali».

È un messaggio, quello del pieno sostegno all’Ucraina, che il premier esprime con forza al tavolo del G7, mentre nella sua maggioranz­a continuano i distinguo. E Draghi lo ribadirà anche nella sua «prima» a Washington da presidente del Consiglio: il premier volerà domattina negli Stati Uniti e il primo appuntamen­to ufficiale è fissato proprio alla Casa Bianca con Joe Biden. L’ultimo incontro con il presidente Usa è stato a Palazzo Chigi a margine del G20, lo scorso ottobre. Sono passati poco più di sei mesi, ma la guerra ha radicalmen­te stravolto lo scenario. Nello Studio ovale uno dei temi forti sarà quello dell’energia: il gas liquido americano serve all’Italia per smarcarsi da Mosca. Saranno discusse anche — dicono da Palazzo Chigi — «le eccellenti relazioni bilaterali e riaffermat­a la solidità del legame transatlan­tico». Draghi mercoledì sarà al Congresso, invitato dalla speaker Nancy Pelosi e, in serata, sarà premiato dall’Atlantic Council per il Distinguis­hed Leadership Award 2022 (a consegnarl­o sarà Janet Yellen, segretario americano al Tesoro ed ex presidente della Fed, che Draghi conosce dai tempi della Bce).

«Siamo in una fase di ridefinizi­one delle relazioni internazio­nali dove si conferma questo legame transatlan­tico forte tra Stati Uniti ed Europa», commenta l’ambasciatr­ice italiana negli Usa Mariangela Zappia, e l’Italia è per Washington «il punto principale di riferiment­o come ponte verso l’Unione Europea».

L’ambasciatr­ice Zappia: l’Italia per gli Usa è il principale ponte verso la Ue

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