«Gli alpini risorsa per il Paese»
Il messaggio di Mattarella, in 80 mila all’Adunata di Rimini Il ministro Guerini: «Uniformare le feste delle forze armate? L’invito del presidente sarà recepito»
RIMINI Le prime a partire alle 9 del mattino sono le fanfare, poi gli alpini istriani. Le ultime a muoversi, quando il sole è già tramontato, sono le penne nere di casa, la sezione Bolognese-Romagnola. È infinita la sfilata segnata dal passo di marcia, dai cori e dagli applausi della gente che si assiepa sul lungomare di Rimini. Sfila l’orgoglio degli uomini delle montagne accanto ai primi ombrelloni aperti, e sembra già Ferragosto. Torna, dopo due anni di stop, l’Adunata per la 93esima volta, la festa di chi non è più soldato eppure sente di far ancora parte di un esercito. Lo ricorda il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel messaggio inviato all’Ana, l’Associazione nazionale alpini, quando sottolinea il «contributo straordinario sempre offerto alle attività di volontariato, con quei sentimenti di fratellanza e solidarietà che hanno caratterizzato la presenza delle penne nere sul territorio». E quando aggiunge che «le muove un forte sentimento di appartenenza mai venuto meno, con saldi legami tra i membri dell’Associazione, risorsa preziosa anche nell’ambito del sistema della Protezione civile della Repubblica».
Mentre sfilano le 80 sezioni italiane e le 30 straniere, lo speaker ricorda con enfasi battaglie e atti di eroismo che affondano nella storia, ma coloro che marciano sono uomini che non si sono risparmiati in tempo di pace, dal terremoto del Friuli in poi ogni volta che c’era bisogno. È stato così anche durante la pandemia, nella costruzione degli ospedali da campo e dopo nella campagna di vaccinazione che ha nell’alpino Francesco Paolo Figliuolo il simbolo più riconoscibile. Lui è qui, stringe mani, si concede per una foto ricordo e dice che è «una bella cosa riprendere i rapporti sociali».
Il ministro della Difesa Lorenzo Guerini ribadisce che l’Adunata rappresenta «una giornata di rinascita in cui diciamo grazie agli Alpini per il lavoro che fanno. Oggi diamo un messaggio di speranza, di solidarietà e di comunità, abbiamo visto sfilare i valori dell’Italia». E sulle polemiche scoppiate dopo l’istituzione della Giornata della memoria e del sacrificio degli alpini (il 26 gennaio, ricordo della battaglia di Nikolajewka del 1943 contro l’Armata russa e per proteggere la ritirata delle truppe nazifascista) e la raccomandazione di Mattarella sull’opportunità di uniformare le celebrazioni tra tutte le forze armate, Guerini risponde che quello del Presidente «è un messaggio importante che credo che il Parlamento e il governo debbano guardare con grande attenzione. Penso che ci siano le condizioni perché questo invito si trasformi in realtà». Ma oggi qui a Rimini è il giorno in cui si ritrova un Corpo che celebra i 150 anni dalla sua costituzione. Per l’occasione, insieme al Labaro con le 209 medaglie d’oro al valor militare, sfilano per la prima volta tutte insieme anche le 19 bandiere dei reggimenti, «una vera e propria legion d’onore alpina».
Dopo la pioggia, splende il sole nella domenica romagnola e tutti gli ottantamila vogliono godersi la passerella. Primo tra tutti Giovanni Alutto, da Barbaresco, classe 1916, il più «vecio» tra i «veci». «Desideravo essere qui, sono due anni che aspettavo. Ho 105 anni e potrebbe essere l’ultima per me». È nato durante la Prima Guerra Mondiale, ha combattuto nella Seconda in Albania e in Russia, ha rischiato di morire e patito la fame, ma ripensa alla sua vita e afferma sicuro: «Sono stato fortunato, sono nato con la camicia. Ho fatto tutto e sono sempre stato bene». È questo lo spirito dell’alpino.
Gli alpini simbolo di impegno e solidarietà Abbiamo potuto osservare la loro operosità nella lotta al Covid Federico D’Incà
Applausi a Figliuolo
La sfilata dopo due anni di stop. Applausi e foto ricordo per il generale Figliuolo