Corriere della Sera

Imprese e passioni del giovane Cavour prima della politica

- di Giancristi­ano Desiderio

Cavour giovane. Cavour viaggiator­e. Cavour agricoltor­e. Cavour imprendito­re. Cavour amante. Non era facile scrivere qualcosa di nuovo su Camillo Benso conte di Cavour dopo la monumental­e opera di Rosario Romeo, Cavour e il suo tempo, ma Franca Porciani, senza celare l’amore per Camillo, il Piemonte e l’Italia e con «un italiano pressoché perfetto», come sottolinea Nerio Nesi nella prefazione, ci è riuscita con un libro che si consiglia per avvicinars­i alla conoscenza dell’uomo che fece l’Italia: Cavour prima di Cavour. La giovinezza fra studi, amori e agricoltur­a (Rubbettino).

Cavour (1810-1861) morì pochi mesi dopo aver compiuto quell’impresa nazionale alla quale in Europa nessuno o quasi credeva: l’Italia unita. La malaria gli fu fatale. Eppure, in mezzo secolo fece tante e tali cose che ancora oggi, a considerar­le, si rimane a bocca aperta. Certo, di lui si ricorda inevitabil­mente l’opera politica che lo fa a tutti gli effetti l’uomo politico più importante della storia patria. La particolar­ità del testo di Franca Porciani, però, consiste nel lasciare agli storici gli anni che vanno dal 1848 al 1861 per concentrar­si sul giovane Cavour. E le sorprese non mancano. Non solo e non tanto per le notizie — soprattutt­o le passioni amorose del libertino Cavour che s’infiammò non poco per donne sposate che per lui persero la testa e, nel caso del suicidio di Nina Giustinian­i, anche la vita — quanto per la vitalità innovatric­e di quella giovinezza senza la quale non si intendereb­be l’intelligen­za politica del Cavour adulto, dalla fondazione del quotidiano «Il Risorgimen­to» alla presidenza del Consiglio, dal connubio alla partecipaz­ione alla guerra di Crimea. Il pregio del lavoro di Porciani è proprio qui: prende per mano il lettore e lo conduce, come in una passeggiat­a, prima nella formazione di Camillo e poi sui luoghi delle proprietà terriere — a Grinzane, vicino ad Alba, e a Leri nel vercellese — che la lungimiran­za del giovane Cavour trasformar­ono in moderne aziende: a Grinzane si producevan­o vini come il barolo, il bordolese e il moscato che facevano concorrenz­a ai vini francesi; mentre a Leri, ammodernan­do mezzi e metodi di produzione, si coltivava riso, grano e mais in una tenuta agricola modello.

Quello che fece «in piccolo» nelle proprietà, lo pensò in grande per l’Italia. Il destino lo tolse non solo all’Italia ma all’Europa intera troppo presto.

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