Rafa, il figlio del vento Sandro, il ragazzo bandiera
I due protagonisti della corsa verso il titolo. Pioli: «Giovani e forti»
VERONA Come sventola in cima al campionato il ragazzo-bandiera Sandro Tonali, anche adesso che l’aria è rarefatta e il fiato è corto. Ma se l’ossigeno in quota lo porta il figlio del vento Leao, assieme a due assist perfetti, allora tutto è più semplice. E il sogno scudetto del Milan resta intatto, cristallino, incosciente e sfacciato come i due ventenni che trascinano i rossoneri sempre più in alto.
Rimettete nei cassetti i ritagli ingialliti delle Fatal Verona, perché i ragazzi-bandiera come Sandro Tonali sono qui per questo: scrivere una storia tutta nuova per la squadra che ha amato fin da bambino, che ha sognato ogni sera andando a letto dopo gli allenamenti e ha raggiunto a vent’anni. E per la quale si è tagliato lo stipendio, pur di rimanere, di ripartire, di arrivare là dove nessuno credeva si potesse arrivare. Restandoci anche a due giornate dalla fine.
Proprio nel giorno del suo 22° compleanno, Sandrino dopo il gol-macigno contro la Lazio il 24 aprile, si regala la prima doppietta, grazie alla quale il Milan completa l’ennesimo controsorpasso sull’Inter: il ragazzo immagine di questo Milan da scudetto fa un bel presente anche a un’altra bandiera come Franco Baresi, nato nel suo stesso giorno, quarant’anni prima. Il Capitano era in campo qui il 22 aprile 1990, quando il Milan buttò il possibile scudetto, poi vinto dal Napoli di Maradona, contro una squadra che la giornata dopo sarebbe retrocessa. Vecchi fantasmi tornati di moda, ma sul campo dove l’Hellas in tre anni ha costruito una squadra stabilmente tra il nono e il decimo posto, il Milan ha sempre vinto, trovando tutte le contromisure al pressing e ai duelli uomo contro uomo, voluti prima da Juric e poi da Tudor. E questa fondamentale vittoria di tappa, firmata TonaliLeao, con il sigillo finale di Florenzi, è ovviamente anche il successo dell’uomo che sta in ammiraglia, Stefano Pioli, che ha saltato di slancio l’ostacolo sul quale erano crollate due leggende milaniste come Rocco nel 1973 e appunto Sacchi nel 1990: «Tonali e Leao? Giovani ma forti — dice Stefano Pioli — del resto l’avevo già detto in agosto, perché dopo le vacanze li ho trovati trasformati. Sono innamorato di questa squadra e di questi giocatori, so quello che ci stanno mettendo e quello che hanno fatto per arrivare fino a qui, ci manca ancora una vittoria e domenica prossima contro l’Atalanta sarà importantissima, ma c’è già la concentrazione giusta: dobbiamo continuare così, perché sappiamo benissimo che l’esito finale sposta tutti i giudizi».
Il Milan è andato sotto, ma ancora una volta ha risalito la corrente. Con coraggio, il suo marchio di fabbrica: «Ci deriva
Innamorato
Pioli: «Innamorato di questi giocatori e di questa squadra, ora testa all’Atalanta»
dalle prestazioni, perché sentivamo che stavamo giocando bene e potevamo superare anche questo gradino. Adesso abbiamo l’Atalanta: questa squadra è nata proprio da quella sconfitta 5-0 del dicembre 2019 a Bergamo» confida Pioli. Non resta che chiudere anche questo cerchio. E piantarci dentro la bandiera.