Alcaraz cancella anche Zverev e conquista Madrid
Lo spagnolo rinuncia agli Internazionali: Fognini e Sonego guidano gli italiani in campo oggi
La doccia, per tutti gli appassionati di tennis che non aspettavano altro che vederlo, è stata gelida ed è arrivata in tarda serata. Carlos Alcaraz, proprio lui, il giocatore capace di vincere il Masters 1000 di Madrid battendo in fila Nadal, Djokovic e Zverev, non giocherà gli Internazionali d’Italia.
Vedendola con i suoi occhi è una decisione che può anche starci, visto che Carlos ha sì 19 anni (compiuti giovedì scorso) ma si sta spremendo come un limone arrivando in fondo a tutti i tornei che gioca (e ha anche un problema alla caviglia destra), ma per il torneo iniziato ieri al Foro Italico è una brutta botta, che segue quella delle assenze di Berrettini e Musetti.
Un concorrente in meno anzitutto per Zverev, che se lo sarebbe potuto ritrovare di fronte già nei quarti, ma anche per Jannik Sinner, il numero 1 italiano al via a Roma, sorteggiato nella stessa metà (bassa) del tabellone. Zverev che, prima di prendere il volo per Roma e dopo aver raccolto solo quattro game nella finale di Madrid, si è sfogato contro l’Atp, colpevole secondo il tedesco di aver piazzato troppo tardi la semifinale di sabato sera contro Tsitsipas: «Il loro lavoro è stato un disonore. Due giorni fa sono andato a letto alle 4, ieri (sabato, ndr) alle 5.20». Ma probabilmente l’Alcaraz ingiocabile di questo periodo avrebbe vinto lo stesso, magari in maniera meno schiacciante.
«Vincerai tanti tornei dello Slam», dice Carlitos a Zverev sul podio della premiazione, ma in cuor suo sa che per farlo dovrà inventarsi qualcosa di diverso dall’ordinario per batterlo. Juan Carlos Ferrero, che lo ha cresciuto, ha invece gli occhi lucidi tanta è l’emozione di avere questo fenomeno tra le mani.
Da oggi, Alcaraz raggiungerà il suo best ranking al numero 6, a 19 anni compiuti da neanche una settimana. Roba da pazzi, considerando che sta vincendo su tutte le superfici e a tutte le latitudini: Rio De Janeiro, Miami, Barcellona, Madrid. Ma un velo di malinconia ci resta.