Corriere della Sera

Così salda il rapporto con Scholz (e punta alla tregua)

- Dal nostro corrispond­ente a Berlino Paolo Valentino © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Va molto oltre il rito carolingio che vuole ogni presidente francese, appena eletto o rieletto, recarsi in primo luogo a Berlino, la visita di Emmanuel Macron al cancellier­e tedesco Olaf Scholz.

Poche ore dopo il suo discorso del 9 maggio davanti all’Europarlam­ento, il capo dell’Eliseo è venuto nella capitale tedesca con un doppio obiettivo. Per Macron, infatti, si è trattato non solo di fare un tagliando al motore franco- tedesco, a sostegno dei suoi ambiziosi piani di rilancio della costruzion­e comune. Ma anche di assicurars­i che il nuovo corso di Berlino, incarnato da un piano di riarmo senza precedenti nella recente storia tedesca, non prefiguri alcuno smarcament­o, ma tenga la Germania sempre legata a un’architettu­ra strategica europea, a egemonia francese ça va sans dire.

Scholz, che di problemi ne ha diversi tanto più dopo il crollo subito domenica dalla sua Spd nelle regionali dello SchleswigH­ollstein, è stato al gioco, definendo «più importante che mai il rapporto franco tedesco» e salutando la scelta dei francesi, che rieleggend­o Macron «si sono decisi per l’Europa». E ha subito lodato come «interessan­te» l’idea lanciata a Strasburgo dal presidente francese di una Confederaz­ione, che apra all’Unione europea nuovi orizzonti geopolitic­i. Ma a condizione, così il cancellier­e, che il nuovo formato, di cui potrebbero far parte in tempi rapidi Ucraina e Gran Bretagna, non rallenti le procedure di allargamen­to in corso, a cominciare da quella con la Macedonia del Nord.

Scholz ha comunque ribadito che «l’Ucraina appartiene alla famiglia europea» e che la guerra di aggression­e di Vladimir Putin obbliga i partner europei ad agire insieme: per il capo del governo tedesco, «è necessario avviare una de-escalation del conflitto, a cominciare dalla retorica». Ma la Russia, ha aggiunto il cancellier­e, deve ritirare le sue truppe, «poiché Kiev non può accettare una pace, le cui condizioni siano dettate da Mosca». Anche Macron ha indicato in una tregua, «il prima possibile», l’obiettivo prioritari­o, in modo da aprire la strada a un negoziato, nel quale l’Europa sarà al fianco di Kiev, che deciderà la sola le condizioni. «La nostra posizione è al fianco dell’integrità territoria­le e della sovranità dell’Ucraina, né più, né meno».

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Berlino Il cancellier­e Olaf Scholz, 63 anni

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