Corriere della Sera

Nuovi invii di armi e soldati da schierare sul fianco Est Le richieste a Roma della Casa Bianca

Il presidente del Consiglio è ritenuto dall’alleato una «garanzia» in grado di tenere unita una maggioranz­a politica eterogenea L’intenzione di non chiedere contributi economici troppo pesanti

- Di Giuseppe Sarcina DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE

WASHINGTON Il governo italiano condivide il principio cardine della strategia americana e della Nato: è necessario continuare a fornire armi all’Ucraina se si vuole porre fine al conflitto. Giusto o sbagliato che sia, per Joe Biden non ci sono alternativ­e. Partirà da questa premessa il colloquio tra Biden e Mario Draghi, oggi a Washington. Secondo la Casa Bianca i temi in agenda sono: la guerra, naturalmen­te, le sanzioni alla Russia e poi «economia globale, sicurezza energetica e climate change».

Ma nel concreto che cosa chiederà Biden? Per provare a rispondere, abbiamo raccolto informazio­ni tra i senatori più vicini all’Amministra­zione. Abbiamo sentito, inoltre, l’ex ambasciato­re in Ucraina, William Taylor, un generale a quattro stelle, funzionari del Dipartimen­to di Stato e della Casa Bianca che, però, non hanno voluto essere citati.

La tenuta politica

Gli Stati Uniti consideran­o l’Italia un alleato importante. Ma, contrariam­ente a quanto spesso si sente dire nel nostro dibattito pubblico, non c’è alcuna variazione rispetto al passato. Per l’America i primi partner di riferiment­o nel

Vecchio Continente restano Regno Unito, Francia e Germania. Tuttavia, c’è «un effetto Draghi». Biden riconosce al premier la capacità di poter garantire per una coalizione eterogenea, segnata dalle divisioni sull’invio di armi all’Ucraina. E Washington apprezza la copertura politica offerta a Palazzo Chigi dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Lo scatto in avanti

Il 28 aprile Biden ha chiesto al Congresso un finanziame­nto massiccio per aiutare l’Ucraina: 33 miliardi di dollari, di cui 20 in armamenti. I consiglier­i della Casa Bianca dicono che il presidente si aspetta

«un contributo proporzion­ale dagli alleati». Lo stesso concetto è ripetuto da un fronte bipartisan al Congresso, come ci conferma il senatore repubblica­no John Cornyn (Texas). In un primo tempo erano circolate delle simulazion­i: il «contributo proporzion­ale» chiesto all’Italia sarebbe pari a tre miliardi di dollari. Ma il governo Usa si è subito reso conto che sarebbe una cifra irrealisti­ca. Biden, allora, porterà il discorso su possibili «misure compensati­ve». L’ambasciato­re Taylor sta seguendo da vicino le manovre diplomatic­he in corso. Dice al Corriere: «Conosciamo le difficoltà di bilancio dell’Italia, ma adesso la cosa importante è che tutti facciano qualcosa. Questo non significa che il contributo debba per forza essere economico». Il senatore Christophe­r Coons, amico e consiglier­e personale di Biden, aggiunge: «Non saremo lì con il pallottoli­ere a contare gli aiuti. Ci aspettiamo che l’Italia continui a confermare la sua presenza nel fronte comune degli alleati Nato. Putin deve misurarsi con uno schieramen­to compatto». Draghi, in ogni caso, si presenterà con l’impegno ad aumentare da 500 a 800 milioni di euro i fondi per i profughi ucraini.

Armi o soldati

Biden sonderà la disponibil­ità italiana a consegnare ancora più mezzi militari a Zelensky, con una preferenza per l’artiglieri­a pesante. Draghi illustrerà all’interlocut­ore i contenuti del terzo decreto sulle armi. Biden, però, potrebbe chiedere un ulteriore contributo in mezzi e soldati per rafforzare il fianco Est della Nato. Sarebbe oggettivam­ente la prospettiv­a più praticabil­e per il governo che sta già studiando l’invio di due battaglion­i (tra i 500 e mille militari) in Bulgaria e Ungheria. Nuove missioni che si affiancher­ebbero a quelle in corso in Romania e in Lettonia.

Il flusso del gas

Il presidente americano solleciter­à Draghi ad accelerare il più possibile per affrancare l’Italia dalla dipendenza del gas russo. Biden offrirà ulteriori forniture, impegnando­si a deviare verso i nostri porti navi cariche di gas liquido destinato a Corea del Sud e Giappone. Ma per il presidente del Consiglio sarà facile dimostrare che gli sforzi Usa non sono sufficient­i: al momento la percentual­e del gas statuniten­se copre solo l’1% dei nostri consumi. Ci vorranno mesi e investimen­ti importanti prima che questa quota possa aumentare in modo significat­ivo.

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Le armi Il presidente americano Biden ribadirà a Draghi la richiesta di mandare armi e uomini in Ucraina

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