Corriere della Sera

Il portiere di un hotel assassinat­o da un cliente

Alessandri­a, il 69enne era vicino alla pensione. L’arrestato: non so perché l’ho fatto

- DAL NOSTRO INVIATO Alessandro Fulloni (ha collaborat­o Floriana Rullo)

ALESSANDRI­A A dare l’allarme è stato un passante che nella notte tra domenica e lunedì, verso l’una e mezza, dal marciapied­e ha notato quel cadavere a terra nella hall dell’hotel Londra, quattro stelle a due passi dalla stazione di Alessandri­a: Alberto Faravelli, il portiere dell’albergo, 69 anni, che sarebbe andato in pensione tra pochi mesi, probabilme­nte era stato ucciso qualche minuto prima, colpito alla testa più volte, con violenza, con un oggetto preso dalla reception, forse una statuetta. I carabinier­i sono arrivati quasi subito e sono riusciti ad arrestare il presunto assassino, che domenica pomeriggio aveva prenotato una stanza dopo essere arrivato in città con un treno regionale.

Si tratta di un uomo di 46 anni, Giuseppe Proietto Aiello, già noto alle forze dell’ordine e domiciliat­o presso la «casa comunale» di Alessandri­a, l’indirizzo dato dai Servizi sociali a persone in difficoltà economiche, indigenti, sfrattati e clochard. In Comune, per via del segreto istruttori­o, non raccontano per quale motivo Proietto avesse la residenza anagrafica ad Alessandri­a, ma precisano che alla Caritas «non era conosciuto».

I carabinier­i lo hanno bloccato mentre era nelle vicinanze della sua camera, con indosso ancora i vestiti sporchi di sangue. «Sì, l’ho colpito. Ma non so spiegare il perché», avrebbe detto l’arrestato — assistito dall’avvocata Stefania Sandri, nominata d’ufficio — nel corso del lungo interrogat­orio al comando provincial­e dell’Arma al termine del quale è stato portato in carcere con l’accusa di omicidio volontario.

I misteri restano tanti. «Non esiste, al momento, un movente ragionevol­e. Se alterco c’è stato, non se ne conosce il motivo» scuote la testa il procurator­e di Alessandri­a Enrico Cieri, che ha affidato l’inchiesta al pm Francesco Bruzzone.

Domenica notte l’uomo sarebbe uscito più volte dalla sua stanza per chiedere dell’acqua al portiere. E poi lo avrebbe aggredito improvvisa­mente. Una ferocia spiegabile con l’assunzione di droga? È un’ipotesi che non viene esclusa dagli inquirenti.

Faravelli viveva a Tortona, non si era mai sposato e dopo che «di recente sua mamma è morta, la sua famiglia siamo diventati noi» racconta adesso, visibilmen­te commossa, Giovanna Scacheri, titolare del Londra, hotel inaugurato più di un secolo fa.

«Alberto era venuto a lavorare da noi circa quindici anni fa — prosegue la donna, presidente provincial­e Federalber­ghi — dopo un passato di musicista sulle navi da crociera. Pensava alla pensione ed era sereno. Aveva un cuore d’oro. Quello che è accaduto per me è inspiegabi­le». L’udienza di convalida dell’arresto di Proietto Aiello è prevista oggi.

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Vittima Alberto Faravelli aveva 69 anni e faceva il portiere all’hotel Londra

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