Il Pulitzer premia Joshua Cohen e i reporter ucraini
Nel segno di Joshua Cohen. L’edizione 2022 dei premi Pulitzer ha visto vincere, nelle categoria «per la narrativa», il quarantunenne scrittore americano (Somers Point, New Jersey, 1980) con il romanzo The Netanyahus (edito dalla New York Review Books), opera che ha per sottotitolo «Racconto di un episodio minore e in definitiva anche trascurabile nella storia di una famiglia molto famosa» e che riguarda Benzion Netanyahu, il padre del politico israeliano, Benjamin Netanyahu. Il libro aveva già vinto il National Jewish Book Award for Fiction 2021. Nominato da Granta uno dei migliori romanzieri americani nel 2017, Cohen in Italia è pubblicato da Codice Edizioni; è autore di romanzi (Il libro dei numeri, 2019, Un’altra occupazione, 2018), storie brevi (Quattro nuovi messaggi, 2021) e saggi. L’autore è stato più volte intervistato dal «Corriere» e da «la Lettura»: l’ultima nell’ottobre dello scorso anno.
I premi Pulitzer prevedono oltre venti categorie divise tra giornalismo (una quindicina) poi letteratura, teatro e musica. L’edizione di quest’anno non ha visto prevalere un tema, un filone o una tendenza come invece era accaduto in edizioni precedenti quando ci fu un’attenzione, ad esempio, per l’informazione online. Il «New York Times» ha vinto nella categoria Notizie internazionali per una serie di articoli sugli attacchi dei droni statunitensi in Medio Oriente. Al «Washington Post» il premio per il giornalismo di Servizio pubblico ottenuto per la copertura dell’assalto del 6 gennaio 2021 al Campidoglio degli Stati Uniti, un attacco alla democrazia. L’agenzia Reuters ha vinto per le immagini del bilancio del Covid in India mentre al «Miami Herald» è andato il riconoscimento per le Breaking News (sulla sua copertura del crollo di un condominio). Il comitato per Pulitzer ha inoltre assegnato una «menzione speciale ai giornalisti ucraini per il loro coraggio, perseveranza e impegno nel fornire resoconti veritieri durante la spietata invasione del loro Paese da parte di Vladimir Putin e la sua guerra di propaganda in Russia», ha annunciato Marjorie Miller, neo-amministratrice del prestigioso riconoscimento.
Per quanto riguarda le altre categorie letterarie e artistiche del Pulitzer: il premio per la sezione Storia è andato a due titoli, Covered With Night (WW Norton & Co) di Nicole Eustance, una vicenda di giustizia agli albori della storia americana, e Cuba: An American History (Simon & Schuster) di Ada Ferrer, che ripercorre la storia dell’isola caraibica alla luce anche dei suoi difficili rapporti con gli Usa. L’opera frank: sonnets (Graywolf Press) di Diane Seuss ha vinto nella categoria Poesia: è una raccolta che usa la forma poetica del sonetto per raccontare gli Stati Uniti e le loro contraddizioni compresi i malumori della classe operaia nella cosiddetta Rust Belt, a nord-ovest dello Stato di New York. Nella categoria Teatro il riconoscimento è stato assegnato a Fat Ham di James Ijames, opera teatrale divertente e coinvolgente che traspone la vicenda di Amleto nel contesto di un barbecue familiare. A Raven Chacon, compositore, interprete e artista navajo, infine, è andato il Pulitzer per la Musica: premiata Voiceless Mass.
Istituito da Joseph Pulitzer (1847-1911), ungherese naturalizzato americano, il premio è gestito dalla Columbia University di New York. Ai vincitori vanno 15 mila dollari e un certificato.