Corriere della Sera

All’alba, di giorno, di notte L’infinita festa del pianoforte

Belgiojoso: «In presenza, per un racconto urbano attraverso le note»

- di Raffaella Oliva

Raccontare la città attraverso musica e concerti. Questa, da 11 anni, la sfida di Piano City Milano, manifestaz­ione promossa dall’agenzia Ponderosa Music&Art e dall’associazio­ne Accapiù con il sostegno dell’Assessorat­o alla Cultura del Comune. Si torna in scena dal 20 al 22 maggio, dopo due anni di pandemia affrontati con la determinaz­ione di non spegnere le luci sul mondo del pianoforte.

«Ma questa volta la ripartenza assomiglia a una vera normalità e avendo inserito in cartellone numerosi appuntamen­ti all’aperto, la speranza è di attirare anche chi è ancora un po’ timoroso rispetto al Covid», dice Ricciarda Belgiojoso, direttrice artistica dell’evento con Titti Santini. «Accanto a location ormai iconiche per il festival, dai giardini della Galleria d’Arte Moderna, cuore della kermesse, al Volvo Studio fino alla Rotonda della Besana, siamo fieri di annunciarn­e di nuove, alcune sconosciut­e ai più perché nate in tempi recenti, vedi il parco del Campus Bocconi, l’ADI Design Museum e piazza Olivetti, nel Business District Symbiosis in zona Ripamonti, altre coinvolte in progetti di riqualific­azione tuttora in corso come l’area dell’ex Macello in viale Molise. Milano è una metropoli in costante e rapida evoluzione, l’intento è di narrarne via via le trasformaz­ioni lasciando la parola alle note del pianoforte. Il tutto in centro e ugualmente in periferia, per esempio tra i campi di Vaiano Valle e nei cortili di alcune case popolari».

L’inaugurazi­one, il 20 maggio alle 21 alla GAM, è affidata al sudafrican­o Abdullah Ibrahim, 87 anni e una storia di fuga dall’apartheid che lo ha visto vivere per un lungo periodo in esilio e trovare il successo grazie, inizialmen­te, a Duke Ellington, che dopo averlo visto suonare a Zurigo, all’epoca con lo pseudonimo Dollar Brand, decise di incidere con lui un album. Amato da Nelson Mandela, per il quale suonò nel ’94, il pianista e compositor­e di Città del Capo presenterà un programma speciale, sintesi di quell’incrocio tra free jazz, elementi del folclore della sua terra, spirituali­tà e lotta per gli oppressi cui ha dedicato una vita intera.

«Parliamo di una leggenda», osserva Belgiojoso prima di sottolinea­re «la presenza nel cast di questa edizione di Piano City Milano di molti artisti stranieri, cosa che soltanto fino a pochi mesi fa non era affatto scontata». Tra questi, John Medeski, veterano del jazz d’avanguardi­a newyorkese, la londinese Rosey Chan, il duo formato dal lussemburg­hese Francesco Tristano con il libanese-australian­o Rami Khalifé, quello del congolese Ray Lema con il francese Laurent De Wilde. E ancora, il berlinese di origini marocchine Amine Mesnaoui con il progetto ad hoc intitolato «Moroccan Songs» e l’acclamato sperimenta­tore california­no Thollem McDonas, atteso sul palco con Ciro Longobardi così come nella serata di chiusura del 22 Frida Bollani Magoni chiamerà al suo fianco Oren Lavie, songwriter israeliano di cui la 17enne figlia d’arte (di Stefano Bollani e Petra Magoni) è grande fan, al punto da avere già realizzato alcune cover di suoi brani.

Con più di 200 performanc­e per un totale di oltre 300 artisti, il percorso sonoro è eclettico. Del resto, scardinare l’approccio accademico allo strumento pianoforte è un altro importante obiettivo del festival: lungi dal limitare lo sguardo alla musica classica e a compositor­i del passato, Piano City Milano, che tra gli italiani ospiterà Paolo Jannacci, Enrico Intra, Remo Anzovino, Cesare Picco e Vittorio Cosma, si è sempre aperto alle commistion­i con sonorità che spaziano dal jazz al folk all’elettronic­a.

L’idea è di attirare un pubblico trasversal­e: vanno in questa direzione anche gli omaggi a Lucio Dalla, Lucio Battisti, Fabrizio De André, Earth, Wind & Fire, Coldplay, Ennio Morricone e alle «canzoni per la pace» dei Beatles, le iniziative per i più piccoli, le «piano lessons». Oltre al concerto di anteprima con cui, il 19 maggio alle ore 21 presso l’Apple Store in piazza Liberty, Francesca Michielin, tra i nomi più amati del pop italiano, festeggerà i 10 anni di carriera con una scaletta di suoi successi riletti in una chiave intima al pianoforte.

L’inaugurazi­one, il 20 maggio alla GAM, è affidata al sudafrican­o Abdullah Ibrahim

Dal centro alla periferia la rassegna abbraccia tanti quartieri. Omaggi a Dalla, Battisti, De André

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