Inaccettabile non distinguere tra invasori e invasi
Caro Aldo, non capisco perché si debbano sempre cercare scuse e distinguo per salvare la memoria dei soldati italiani che hanno combattuto o addirittura hanno perso la vita combattendo in Russia nella seconda guerra mondiale. Non ha alcuna importanza il fatto che l’Italia fosse l’invasore o l’invaso, ciò che conta è che un soldato richiamato sotto le armi dal suo Paese e inviato in guerra, fino a prova contraria compie il suo dovere se combatte per il suo Paese. Non importa quale sarà l’esito della guerra, un soldato va onorato perché combatte al meglio delle sue capacità, per l’unica causa che lo autorizza a combattere: il dovere di rispettare il ruolo che la Patria gli ha assegnato. Quindi dobbiamo avere compassione per questi soldati e per le loro famiglie, tutti vittime di una guerra ingiusta e inaccettabile come tutte le guerre, ma nello stesso tempo dobbiamo rispettarli e onorarli per il loro sacrificio, eroico per definizione in quanto non condizionato dal risultato. In Italia si fa di tutto per dimenticarli e stendere un pietoso velo sulla loro vicenda.
Lorenzo Rosti Rossini Caro Lorenzo, mi scusi ma scrivere in questi giorni che non ha importanza se si è invasori o invasi è inaccettabile. Detto questo, gli italiani in Russia si comportarono con umanità — a differenza dei tedeschi ieri e dei russi oggi in Ucraina —, tanto che vennero spesso salvati dalla popolazione locale.