«Risate sugli intrighi sentimentali in tempi di incontri con le app»
Hilary Duff e la serie «How I Met Your Father»: ritratto del mondo di oggi
«How I Met Your Mother» è ancora considerato uno dei comedy-show di maggior successo del decennio scorso. Debuttò nel 2004 e andò avanti per nove stagioni, prodotto da CBS. Era il racconto dettagliato che il protagonista, Ted, faceva ai figli delle vicende sentimental-romantico-avventurose che avevano preceduto l’incontro con l’altro genitore.
«How I Met Your Father», da oggi disponibile su Disney +, ripropone la stessa formula con un paio di cambiamenti. Il primo riguarda il genere: ora la protagonista, Sophie, è una donna che racconta al figlio come conobbe il padre vent’anni prima. Il secondo consiste nel fatto che Sophie è sullo schermo in due versioni, quella giovane, del ricordo, e quella futura, del racconto.
A interpretarle sono Kim Cattrall e Hilary Duff, due veterane del piccolo schermo, la prima è stata la mangiauomini Samantha in «Sex and the City», la seconda, cantante e attrice del vivaio Disney, ha debuttato in tv nel 2001 con Lizzie McGuire. Kim Cattrall è dunque la voce narrante, la donna del futuro che racconta la sua giovinezza, Hilary Duff è la Sophie dei giorni nostri, in una New York in cui per incontrarsi si usa Tinder e per muoversi Uber.
«Sophie è aperta, ingenua, di buon cuore. Un po’ imbranata, non si preoccupa di cadere e farsi male. Sa sempre rialzarsi e non perde mai l’entusiasmo», dice Hilary Duff che, a 34 anni, con un marito e tre figli, non potrebbe essere più lontana dalla Sophie ancora in cerca di stabilità e amore. «E’ proprio per questo che ho trovato questo ruolo così fresco e stimolante. Sophie non ha la pressione che io ho, soprattutto non ha tre figli da crescere e mantenere. Ne ha altre, di pressioni, molto diverse dalle mie». Hilary Duff, infatti, ha conosciuto il successo quando era giovanissima e le sue esperienze personali si sono adattate alle esigenze di carriera.
«Mi sono sposata molto presto e ho fatto un figlio, poi ho divorziato e ho dovuto tenere in considerazione il fatto che avevo un bambino quando ho deciso di impegnarmi in una nuova relazione. Tutto molto serio e ragionato, nessun possibile colpo di testa». La Duff è sposata con l’attore e musicista Matthew Koma dal quale ha avuto due figli, Mae e Banks
Dal primo matrimonio, a 23 anni con il campione di hockey su ghiaccio Mike Comrie, era nato Luca. «Sophie mi fa vivere un pezzo di giovinezza che mi sono persa, è davvero il mio opposto, si butta e si fa male ma è molto divertente. Apre il suo cuore, ogni volta, e crede fermamente che la fuori ci sia l’amore».
Un romanticismo d’altri tempi che non cozza con il suo essere una ragazza di oggi, che usa le app per gli incontri romantici, per spostarsi e prenotare un ristorante. «Questa serie riflette il mondo contemporaneo — dice l’attrice —, descrive quello che può essere un gruppo di amici, oggi, a NY. Come e dove si vedono i ragazzi, come ci arrivano agli appuntamenti, come si conoscono? Come comunicano?
Con le app. Sembra banale ma è qualcosa che non si era ancora visto in tv».
C’è poi un altro elemento di modernità, che ha a fare con il pensiero inclusivo contemporaneo. Il precedente «How I Met Your Mother» fu criticato perché mostrava un gruppo di amici solo bianchi. Era la Hollywood del secolo scorso, l’erede di «Friends».
Ora gli amici hanno provenienze diverse, così come diversa è la rappresentazione della loro sessualità. «Non sarebbe stato più credibile un gruppo di amici solo bianchi e solo eterosessuali — dice la Duff che della serie è anche produttrice — abbiamo dunque dipinto un quadro più realista e per farlo non abbiamo nemmeno dovuto pensarci. Si trattava solo di essere autentici».
Multiculturale «Rappresentiamo una realtà multiculturale, gli amici hanno provenienze diverse»