Corriere della Sera

Io e Nino, complici in nome della gentilezza

Paravicini e suo figlio, co-registi di «Be Kind»: «Il nostro, un boomerang di amore»

- Di Ornella Sgroi

Sii gentile. Un invito delicato e luminoso, quello di Sabrina Paravicini e di suo figlio Nino Monteleone, co-registi del documentar­io Be Kind. Che ci ricorda quanta forza serve per essere gentili, quando invece la gentilezza viene spesso scambiata per debolezza.

Sono forti, Sabrina e Nino. E sono gentili, autenticam­ente. Lei, attrice e regista, volto amico della serie televisiva Un medico in famiglia, ha recitato per Monicelli, Lizzani, Nichetti, Tavarelli, Pieraccion­i. Oggi è impegnata sul set di un film e a novembre sarà nella serie Netflix Odio il Natale. Nino, invece, ha 16 anni e a dodici è stato il regista più giovane d’Italia, al fianco di mamma Sabrina nella realizzazi­one di Be Kind, che insieme presentera­nno a In & Aut il 13 maggio alle 20.30.

«Abbiamo iniziato a girare Be Kind per una mia esigenza personale: raccoglier­e gentilezza intorno alla diversità, partendo dalla mia esperienza con Nino» racconta Sabrina. Nino ha la sindrome di Asperger «ed è stato molto fortunato, perché è sempre stato circondato di gentilezza, a scuola e fuori dalla scuola, non ha mai subito atti di bullismo né con le parole né con le azioni. Ha avuto la fortuna di infondere gentilezza e la gentilezza gli è tornata indietro». Come un boomerang che accarezza con amore, perché «solo se l’amore è più forte della paura, si comprende che la diversità è un valore aggiunto». Valore che in Nino si manifesta con la creatività, cosa che Sabrina mai avrebbe immaginato quando per suo figlio è arrivata la diagnosi di autismo, «come una ghigliotti­na sul mio futuro e su quello di Nino. Mi sono sentita persa, inadeguata, terrorizza­ta, paralizzat­a. Ma a un certo punto ho capito che questa immobilità non mi avrebbe portata da nessuna parte e ho deciso che dovevo dare fiducia a Nino. È normale avere paura, ma bisogna farla diventare un’amica che ti fa muovere e non un’angoscia che ti immobilizz­a». Per questo Sabrina ha deciso di raccontare la storia sua e di Nino, perché «le strade che ci aprono gli altri ci permettono di seguire un sentiero già tracciato, che ti dà un po’ di sicurezza in più».

Fiducia. Torna spesso questa parola. Oggi Nino è alto 1 metro e 90 e fa il secondo liceo artistico, è indipenden­te e coltiva la sua passione per le arti figurative e la regia cinematogr­afica. «Spesso mi ringrazia di averlo tirato fuori dall’autismo, ma in realtà si è tirato fuori da solo, con l’aiuto anche dei terapisti, della scuola. Però lui ha sentito la fiducia che gli ho dato e questo ha cambiato tanto il nostro destino». Anche quando Sabrina ha dovuto affrontare il cancro al seno ed è stato Nino, questa volta, a prendersi cura di lei «in modo spensierat­o, alleggeren­do molto quel periodo». Con la sua gentilezza innata e il suo affetto creativo. Che culmina con l’invito a ballare un lento insieme, in pigiama, una domenica mattina. Per la festa della mamma.

 ?? ?? A tu per tu Sabrina Paravicini e il figlio Nico, all’epoca 12enne. Il ragazzo, oggi 16enne, ha la sindrome di Asperger
A tu per tu Sabrina Paravicini e il figlio Nico, all’epoca 12enne. Il ragazzo, oggi 16enne, ha la sindrome di Asperger

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