Chiellini ai titoli di coda: prima l’ultimo trofeo
Il capitano riaccende la rivalità e scherza su Calciopoli. Il futuro forse negli Usa
Da guerriero, «sul campo», Giorgio Chiellini rivendica ogni trofeo che ha razziato, alla vigilia di quello che potrebbe essere l’ultimo (e ventesimo) della sua storia bianconera: «Sarebbero venti più uno, anche se non lo possiamo dire», sorride il capitano, spolverando lo scudetto requisito da Calciopoli. A quella che, con lui ventunenne, fu la sua prima Juve. Di mezzo l’Inter, l’arcinemica, come stavolta: «Visto che c’è un po’ di rivalità, accendiamola per lontani ricordi». All’alba dei 38 anni, di cui 17 bianconeri, lucida il passato, ma non illumina il futuro: «Viviamoci questa Coppa e poi vediamo». In settimana ne parlerà con Andrea Agnelli, che da tempo gli ha riservato una scrivania: «Per lui c’è un posto nel club da qualche anno, deve solo decidere quando», ha ribadito alcuni giorni fa il presidente.
Detto che il grande saluto dovrebbe arrivare lunedì, all’ultima nel salotto di casa dello Stadium, c’è la tentazione di un paio di stagioni negli Stati Uniti dell’Mls, ma solo se arrivasse l’offerta giusta, da Los Angeles e Miami. Mai dare nulla per scontato, però, se già un anno fa Chiellini avrebbe potuto salutare tutti, ma poi gli Europei ridisegnarono il destino. Di certo, nella testa (e negli studi, brillanti) ha il progetto da dirigente, come un po’ fu già nel 2010, ai tempi del suo primo importante rinnovo con la Juve, in quello che diventò un contratto pilota: un accordo che regolava tanti aspetti anche fuori dal prato, dalle apparizioni in discoteca all’abbigliamento, dai medici ai social. Non è uno da discorsi alla Al Pacino negli spogliatoi — «trasmetto quel che sento con un abbraccio o una pacca sulle spalle» — ma sul campo ha ostinazione da capobranco. È pronto anche stasera: «Juve-Inter è la partita che tutti i tifosi temono e che tutti i tifosi sognano». Idem lui, come fosse la prima volta: «Vivo tutto con l’entusiasmo di un ragazzino, e sono felice di essere qui, a giocare una finale».