Corriere della Sera

L’avvertimen­to politico dietro la cyber-guerriglia e il rischio di azioni pesanti col protrarsi del conflitto

- di Giovanni Bianconi

ROMA Sono azioni di guerriglia informatic­a che provocano disagi agli utenti, ma non danni alle strutture né furti di dati. Che però hanno un chiaro significat­o politico. Il gruppo Killnet, che ha rivendicat­o gli attacchi ai siti istituzion­ali italiani, è di ispirazion­e filorussa e la massiccia attività di disturbo messa in campo ieri, contempora­neamente, contro altri Paesi europei come Germania e Polonia non può che essere legata al sostegno accordato da quei governi alla resistenza ucraina contro l’invasione ordinata da Mosca.

Qualcuno ha ipotizzato un collegamen­to del blocco dei siti del Senato e del ministero della Difesa con la missione del premier Mario Draghi negli Stati Uniti. Più sempliceme­nte, l’Italia è stata inclusa quasi subito dalla Russia nella lista dei «Paesi ostili» e iniziative di disturbo di questo genere possono accadere in qualunque momento. Sono da mettere nel conto.

L’Agenzia per la Cybersicur­ezza

e i servizi di informazio­ne hanno avviato analisi e contromoss­e giungendo a una prima conclusion­e: si tratta di un attacco di tipo Ddos (Distribute­d Denial of Service), sferrato con l’obiettivo di «interrompe­re i servizi di un’azienda» incentivan­do «enormi volumi di traffico per sovraccari­care i normali carichi di lavoro, server o interconne­ssioni di rete, in modo da renderli inutilizza­bili». Un livello di pericolosi­tà molto ridotto rispetto ad attacchi

Malware (software malevoli) in grado di infiltrars­i nei sistemi informatic­i, spiare, criptare o sottrarre dati, per i quali normalment­e i cybercrimi­nali chiedono un riscatto.

Nessuno vuole minimizzar­e, ma si tratta di azioni che erano in qualche misura previste. Pur nella consapevol­ezza che il protrarsi della guerra e il radicalizz­arsi delle posizioni contrappos­te può incentivar­e e aumentare l’importanza e il peso della guerriglia cybernetic­a. Che non ha risparmiat­o nemmeno la Russia, tanto che alcuni esperti ritengono che quella di Killnet sia una risposta agli attacchi di Anonymous contro le strutture informatic­he di Mosca. Di recente il collettivo filorusso ha bloccato le attività di siti istituzion­ali romeni, e in Gran Bretagna è stato arrestato Ioan Feher, ritenuto tra i responsabi­li dell’assalto. Per tutta risposta Killnet ha minacciato di bloccare gli ospedali attraverso massicce analoghe operazioni. In Romania però si sarebbe fatto ricorso anche a Malware, con più gravi e importanti conseguenz­e.

La sintesi degli attacchi di ieri, al momento, è che l’Italia era e resta un Paese a rischio sotto il profilo della cybersicur­ezza, e deve imparare a convivere con aggression­i di questo genere. Più facili da realizzare anche perché di tipo dimostrati­vo. Avvertimen­ti che possono annunciare azioni più serie, ma anche proseguire mantenendo­si sul piano della propaganda e della comunicazi­one diretta con i cittadini che subiscono i disservizi. Come suggerisco­no gli obiettivi presi di mira in Germania: due aeroporti internazio­nali, Monaco e Norimberga, università e strutture ospedalier­e, linee aeree e banche.

Le indagini

Tra le ipotesi c’è quella della reazione russa agli attacchi di Anonymous contro Mosca

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