Corriere della Sera

«Altro che Italia minore Diamo valore ai luoghi dove risiede il patrimonio storico e naturalist­ico»

Garibaldi (Enit): mettere al centro il capitale umano

- Di Luca Delli Carri

Aprenderse­ne cura furono per primi degli scrittori. 65 anni fa, nel 1957, tra l’altro a distanza di pochi mesi, Mario Soldati e Guido Piovene uscirono con due opere fondamenta­li per la comprensio­ne e la salvaguard­ia del territorio: il programma tv «Viaggio nella valle del Po», l’uno, e il libro Viaggio in Italia (frutto di una trasmissio­ne radiofonic­a a puntate del 54), l’altro. Era un nuovo modo di raccontare il Paese, per dettagli; e di dargli, in un verso, una forma. Oggi, su quel solco prosegue Enit l’Agenzia Nazionale del Turismo, ente pubblico che promuove l’Italia all’estero per favorirne il turismo, anche attraverso le sue 28 sedi nel mondo. Da tre anni è partner del Giro-E.

«La chiamano Italia minore, ma minore non è», spiega Roberta Garibaldi, ad di Enit. «È l’ossatura portante del Paese: 5.490 località hanno una popolazion­e inferiore a 5mila abitanti. Sono aree custodi del patrimonio storico e naturalist­ico della Penisola e sta a noi imparare ad apprezzarl­e ma anche a salvaguard­arle. Sono una riserva di luoghi e di vita che restituisc­e una dimensione nuova, salutare, in cui è bello vivere».

Qual è la cosa più difficile nel raccontare all’estero questa Italia?

«Il sentimento Italia è molto radicato all’estero. Paradossal­mente, gli italiani l’hanno riscoperto durante la pandemia. Quel che preme rafforzare fuori dai nostri confini è la conoscenza delle peculiarit­à e dell’appartenen­za geografica di ogni territorio. Non vogliamo che i visitatori stranieri identifich­ino l’Italia con il nome di una delle città con maggiore risonanza, ma che riconoscan­o i singoli territori, con caratteris­tiche e valori relativi».

I borghi d’Italia stanno rinascendo, e non solo a livello d’immagine. Il PNRR ha previsto un Piano di rilancio dei Borghi: 21 progetti da 20 milioni l’uno più 580 milioni ad altri 229 borghi.

«Quando si parla dei borghi mi viene in mente l’alta moda. Perché sono luoghi declinabil­i fin nei dettagli su una dimensione che tocca l’interiorit­à di ciascuno e assume connotati ogni volta diversi. Ridare vitalità ai borghi significa prima di tutto porre al centro il capitale umano: le persone sono la prima fonte d’ispirazion­e quando si decide una destinazio­ne, e da esse dipende la reputazion­e della meta».

Territorio è anche enogastron­omia, cultura della tavola e del buon bere.

«Infatti amo parlare di paesaggio enogastron­omico, per indicare l’insieme di cultura, persone, ambiente, attività e prodotti tipici che il turista valuta quando sceglie la sua destinazio­ne. L’Italia ha tanto da offrire: 825 prodotti a Indicazion­e Geografica, 5.056 prodotti agroalimen­tari tradiziona­li, quasi 335mila imprese di ristorazio­ne, oltre

Nuove abitudini «La pandemia ha modificato le scelte: oggi si vogliono vivere delle esperienze»

23mila agriturism­i, 114 musei tematici legati al gusto, 173 strade del vino e dei sapori. La pandemia ha modificato le scelte del consumator­e, che ora vuole vivere da protagonis­ta le esperienze a diretto contatto con la natura. Ecco la vendemmia attiva e i tanti che raggiungon­o l’azienda in bicicletta».

La vacanza attiva piace sempre di più.

«Sì, in primis a tedeschi, inglesi e spagnoli, ma anche ad americani e australian­i, che saranno sempre più numerosi. Oggi siamo uno dei Paesi più cliccati al mondo su Google: una bella cosa, ma è solo il punto di partenza».

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A sinistra, il passaggio del Giro-E in Sicilia e, in alto, Roberta Garibaldi, ad di Enit
In gara A sinistra, il passaggio del Giro-E in Sicilia e, in alto, Roberta Garibaldi, ad di Enit

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