Gentiloni: «Incentivi a chi rafforza il capitale»
BRUXELLES L’unione dei mercati dei capitali passa attraverso Debra, acronimo per Debt-equity bias reduction allowance (detrazione fiscale per attenuare la tendenza all’indebitamento), la proposta lanciata ieri dal commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni: un piano di incentivi per assegnare agli aumenti di patrimonio netto delle imprese lo stesso trattamento fiscale del debito. «Se riusciremo a riorientare le cose e contribuire a rilanciare i nostri mercati dei capitali faremo qualcosa di molto utile — ha detto Gentiloni —. Certo, non c’è una soluzione magica per l’unione dei mercati dei capitali, ma questa è l’iniziativa più importante e più significativa che possiamo adottare». La proposta prevede che gli incrementi del patrimonio netto di un contribuente da un anno d’imposta all’altro siano deducibili dalla sua base imponibile, analogamente a quanto accade oggi per il debito «La detrazione sul patrimonio netto è deducibile per dieci anni d’imposta consecutivi, purché non superi il 30% del reddito imponibile del contribuente — ha spiegato il commissario — Sei Stati membri (Belgio, Cipro, Italia, Malta, Polonia e Portogallo) dispongono già oggi di regimi simili. Ma un mosaico di regole non coordinato può creare spazio per pratiche fiscali dannose, attirando le imprese esclusivamente per motivi fiscali». Secondo la Commissione Ue, l’asimmetria nel trattamento fiscale è uno dei fattori che favorisce l’uso del debito rispetto al capitale proprio per il finanziamento degli investimenti. «Livelli di debito eccessivi — osserva la Commissione — rendono le aziende vulnerabili a cambiamenti imprevisti del contesto imprenditoriale». L’indebitamento totale delle società non finanziarie nella Ue ammontava a quasi 14,9 trilioni di euro nel 2020, pari al 111% del Pil. La Commissione propone un tasso di detrazione più favorevole per le Pmi, che in genere hanno più difficoltà di accesso ai mercati azionari.