Rivelazioni in Eurovision
La semifinale a Torino del Song Contest è stata seguita da 5 milioni 507 mila telespettatori «Il presidente Macron voleva eliminare i Måneskin» Mahmood e Blanco: «Non siamo qui per vincere»
TORINO Qualcuno sente l’ansia della finale. A qualcuno è invece passata guardando i dati di ascolto. L’Eurovision Song Contest è partito bene: la prima semifinale, senza italiani in gara, ha avuto una media di 5 milioni e 507 mila telespettatori con una share del 27 per cento. Un sospiro di sollievo per la Rai, visto che quest’anno l’impegno produttivo è sulle spalle dell’Italia come Paese ospite. Giornata di leggerezza anche per i primi 10 concorrenti che hanno guadagnato la finale di sabato: Svizzera, Armenia, Islanda, Lituania, Portogallo, Norvegia, Grecia, Ucraina, Moldavia e Paesi Bassi. A loro se ne aggiungeranno altri 10 dalla semifinale di questa sera. Fra i 18 in cerca di un posto anche Achille Lauro che difende i colori di San Marino e ieri alle prove aperte alla stampa è stato il più applaudito assieme alla svedese Cornelia Jakobs. Qualificati di diritto ci saranno i Big Five, i fondatori dell’Eurovisione, ovvero Francia, Germania, Regno Unito, Spagna e Italia.
«Un po’ di ansietta c’è», confessano Mahmood e Blanco, impegnati in questi giorni fra prove e interviste con i media continentali. Non è la pressione di essere fra i favoriti a preoccuparli. «Vogliamo fare una bella esibizione. Non siamo qui per vincere. Nel 2019 sono arrivato secondo e grazie a questa esperienza ho fatto il mio primo tour europeo. Le prove vanno bene, ma manca ancora quella stellina in più», dice Mahmood. Rilancia il collega: «Dobbiamo buttare giù il muro e portare la musica italiana all’estero, a prescindere da Esc». Intanto è in arrivo un remix di Brividi dei Meduza, trio di dj italiani ricercati nei club di tutto il mondo. La principale curiosità della stampa estera nei loro confronti è sul senso della canzone. «Noi gli spieghiamo che parla di amore, ma non solo un tipo di amore, e libertà», dice Mahmood.
Sembrano una coppia rodata, ma più che in una del cinema o della musica si vedono come una coppia di Pokemon. Mahmood paragona Blanco a Bellsprout, una specie di germoglio con bocca gigante; l’altro gli restituisce un paragone con Blastoise, tartaruga armata di cannoni. Un disco o un tour insieme? «Sarebbe figo — sospira Mahmood — ma richiederebbe un duro lavoro e finito questo mi chiudo in una tomba per due anni a riposarmi».
L’Ucraina è data per favorita sull’onda dell’empatia generata dall’invasione russa. Mahmood ricama con la voce sul ritornello di Stefania. «Bisogna essere sinceri — dice Blanco —. Su un tema così grande qualsiasi cosa diciamo suona banale. Non siamo noi a cambiare il mondo anche se speriamo che da qui arrivi un messaggio che unisce. E comunque la Kalush Orchestra ha talento indipendentemente dalla tragedia». Dalle crisi internazionali al gossip geopolitico. Lo scorso anno la Francia aveva cercato di macchiare la vittoria italiana accusando Damiano David dei Måneskin di aver sniffato cocaina in diretta. «È stato un bel casino — ha confessato alla Bbc il presentatore francese Stéphane Bern —: quella sera ho ricevuto così tanti messaggi sul mio telefonino, persino uno del presidente Macron. Mi dicevano che i Måneskin erano da squalifica e che avrei dovuto fare qualcosa». Fra i messaggi c’era anche quello del ministro francese degli Affari europei, ma secondo Bern è stata la presidente dell’Eurovisione, la francese Delphine Ernotte, a suggerire di evitare reclami ufficiali perché «si vince per merito».