Corriere della Sera

Allegre e commoventi, sono le donne di Revelli

- di Franco Cordelli

Laura Curino è una pioniera del teatro di narrazione. All’inizio c’erano Marco Paolini e lei, piemontese puro sangue. Non per nulla, io credo, lavora più nel nord Italia che nel centro o al sud. Non posso dire (non sono certo) che la sua parola, i suoi spettacoli sono per tutti. Come per tutti raccogliev­a testimonia­nze e scriveva Nuto Revelli.

Il mondo dei vinti e L’anello forte, due libri di testimonia­nze raccolte in Piemonte, hanno un valore nazionale e anzi universale. Revelli aveva combattuto in Russia, era stato ferito a un braccio, aveva ricevuto una medaglia al valore; ed era poi diventato capo partigiano nel Cuneese per Giustizia e Libertà.

È del suo L’anello forte che stiamo parlando, il libro che volle dedicare a quella donna che aveva assistito in silenzio alle interviste fatte ai loro uomini per Il mondo dei vinti.I vinti, o le vinte — chi sono costoro? I reduci, i contadini, gli uomini costretti ad abbandonar­e i campi e a trasferirs­i nelle officine subito dopo la guerra. I vinti sono i poveri — ovvero i poveri di tutto il mondo. E quale fu: come si tenne insieme la loro vita se non per mezzo di quell’anello forte che furono le donne?

Laura Curino per questo spettacolo in scena non è sola. C’è una regista, Anna Di Francisca, che ha principalm­ente lavorato a selezionar­e i personaggi dall’ingente gruppo raccolto da Revelli; e a darle il cambio (una scena ciascuna, alternando­si e riunendosi solo per la scena finale) c’è Lucia Vasini, brava nel trasformar­si nei suoi personaggi non meno di Curino. Si comincia con Carmelina, anni 40. Carmelina racconta il suo matrimonio: lei 18 anni e Aldo, il marito, che imparò ad amare, anni 40.

Poi Caterina, 78 anni. Caterina rievoca la sua intera e lunga vita. Cominciò a lavorare presto nei campi, si sposò a 24 anni, ebbe sei figli, visse sedici anni con la suocera, non si contano le emorragie per figli non nati.

Margherita quando fu intervista­ta aveva 85 anni, era di famiglia operaia, a dieci anni lavorava al filatoio, nel 1915 si sposò (un «matrimonio chic, ero tutta vestita di nero, con il cappellino nero e il piumetto bianco da generale»). Imparò a sopportare il marito. «Ma adesso il sistema è cambiato, è la donna che dice all’uomo di stare zitto».

Rosa aveva 76 anni. Parlò a Revelli di sesso, delle sue difficoltà, del dolore che comportava. Ma fece la levatrice. Imparò a fare con successo questo difficile e in un certo senso felice mestiere. Alla mia età, così conclude il suo racconto, ancora lavoro, faccio il fieno. Poi c’è Paola, 62 anni. Rimasta senza madre a un anno e mezzo, a dieci anni andò a fare la serva in Liguria e poi a Cuneo. A 17 anni sposò il marito. «Era un bel giovane, faceva il trapezio». Il circo divenne la vita di Paola.

Queste non sono che le prime donne interpreta­te da Curino e Vasini, tutte così, a volte allegre, il più delle volte commoventi. Commoventi quanto le due attrici: nella loro capacità di ascolto, nella loro rapidità, nella loro grazia.

L’anello forte

Regia di Anna Di Francisca 7 ●●●●●●●●●●

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Laura Curino e Lucia Vasini in una scena di «L’anello forte» dall’omonimo testo di Nuto Revelli
In scena Laura Curino e Lucia Vasini in una scena di «L’anello forte» dall’omonimo testo di Nuto Revelli

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