Corriere della Sera

Sinner, che fatica per superare Fognini nel derby

- Marco Calabresi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

ROMA «E mo’ chi tifamo?». Giusta domanda di un tifoso e scritta su un cartoncino, con quell’ironia tutta romana che era mancata negli anni del tennis con le tribune deserte (per il Covid). Impossibil­e dire per chi tifasse il Centrale nel giorno dell’ennesimo record di presenze (36.803), ma è stato bello così: voleva solo che il derby non finisse mai. All’inizio ha applaudito ogni punto con lo stesso livello di decibel, poi ha sostenuto Fognini per far sì che la partita non durasse un’ora o poco più, poi è tornato dalla parte di Sinner, poi ancora da quella di Fabio. Infine si è alzato in piedi per tutti e due. Chi era in difficoltà, ha avuto sempre un alleato nel pubblico, anche fra quelli che — copyright Fognini — «avevano bevuto qualche birra di troppo».

Alla fine l’ha vinta Jannik ed è terminata con un «Forza Milan» scritto sulla telecamera di cui Sinner si è poi sentito addirittur­a in colpa (non ce n’era bisogno).

Ma se l’altoatesin­o vorrà arrivare in fondo, o comunque arrivare ai quarti, probabilme­nte ancora contro Tsitsipas (già affrontato al Foro Italico nel 2019 e nel 2020, ieri il greco ha rischiato grosso contro Dimitrov), dovrà fare meglio di quanto fatto ieri sera, soprattutt­o nel secondo set. Il derby azzurro comunque non ha dato la sensazione di essere la partita del passaggio di consegne: quello c’è già stato, visto che Sinner è stabilment­e nei primi 15 del mondo mentre Fognini è fuori dai 50. Piuttosto è stato il derby dell’orgoglio per Fabio. Tifosissim­o dell’Inter, stava per arrivare in tempo al calcio d’inizio della finale, dopo aver buttato via il primo set. Sembrava un copione già scritto, un incontro già finito. Come se «Fogna» volesse correre a vedere un altro match, quello all’Olimpico. Alla fine è riuscito ad andarci, ma sul tardi. «Sono inc... nero perché ho regalato una partita, giocando un game di m... sul 4-3 nel terzo set. Ma ho dimostrato ancora una volta che, a due settimane dal compiere 35 anni, il livello c’è. E fin quando mi arrabbierò per una sconfitta continuerò a lottare».

Si era arrabbiato tantissimo nel secondo set, a tal punto da sbattere la racchetta a terra in due punti di fila, spaccandol­a al quarto tentativo dopo un doppio fallo. Quello successivo, però, è stato il miglior momento della sua partita. È coinciso con la vittoria del set e con la speranza neanche tanto nascosta di andarci lui agli ottavi. Ci è andato invece Sinner: ora trova il serbo Filip Krajinovic, che ha sconfitto Andrej Rublev.

Dopo due match disputati nella sessione serale, al fresco, cambierann­o le condizioni atmosferic­he, visto che la partita è programmat­a per terza (dalle 11), quindi in pieno pomeriggio. Qualche problemino di allergia («Di solito ci soffro, ma gioco con le lenti, le metterò all’ultimo»), nessuno con le vesciche che lo avevano tormentato per mesi.

«Zio» Fabio gli ha dato qualche consiglio: «Vedo che nel suo gioco ha messo qualche smorzata di più e credo che gli serva. Schiodando­si dalla linea di fondo farà un ulteriore salto». Il piccolo grande Jannik, invece, spera che serate come quella di ieri si ripetano: «Fabio è un giocatore speciale perché riesce ad alzare il livello in maniera incredibil­e e molto velocement­e: quando lo fa in questo modo è difficile stargli dietro. Spero possa continuare a lungo». «Tiro a fine anno, poi mi siederò e vedremo», la risposta di Fognini, al quale resta il doppio in coppia con Bolelli. L’unico peccato, dopo una serata così, è che la risposta alla domanda del cartoncino sia scontata.

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Jannik Sinner, 20 anni, supera Fognini e vola agli ottavi dove affronterà il serbo Krajinovic
(Afp) Vincente Jannik Sinner, 20 anni, supera Fognini e vola agli ottavi dove affronterà il serbo Krajinovic

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