La battaglia sul fiume Così i pontoni mobili e i plotoni russi sono caduti vittime dell’imboscata di Kiev
Decine di mezzi distrutti, molte vittime. Ma se l’Armata arranca sulle rive del Severskiy Donets, altrove avanza. Un’altra nave di Mosca forse colpita da un razzo nelle acque dell’Isola dei Serpenti
La battaglia di Bilohorivka è solo un momento di una battaglia bellica lunga. Il tentativo dei russi di creare una testa di ponte oltre il fiume Siverskiy Donets, nell’Ucraina orientale. Tuttavia il rovescio locale non avrebbe impedito all’Armata di ritentare con risultati alternanti. Racconti che si intrecciano con quelli del mare. La nave per l’appoggio logistico Vsevolod Bobrov potrebbe essere stata centrata da un missile ucraino nelle acque dell’Isola dei Serpenti.
Le fasi dello scontro
La testimonianza di un militare ucraino sul web incrociata con quanto fornito da fonti diverse ha permesso di ricostruire le fasi principali dello scontro a Bilohorivka, nell’est. Attorno al giorno 7, pattuglie mandate in ricognizione individuano un’unità russa, parte della 35esima Brigata della Guardia. Comprendono che si prepara a guadare con il ricorso a dei pontoni mobili. Gli esploratori riferiscono quanto osservato, gli ufficiali preparano un’imboscata. Possibile che usino piccoli droni per tenere d’occhio quanto avviene.
Tiro al bersaglio
Il giorno 8 gli invasori si muovono, lanciano in acqua diverse sezioni e passano dall’altro lato. Ma sono bersagliati dall’artiglieria e dall’aviazione. Almeno questa la versione del soldato, confermata indirettamente da immagini che trapeleranno in seguito. Il tiro è intenso, il 10 la struttura è danneggiata, il reparto russo non può ripiegare. Diverse decine di corazzati blindati e camion sono distrutti, un esperto — esaminando le foto — ne conta 40, compresi dei tank. I video dall’alto mostrano un ammasso di mezzi inceneriti, alcuni sparpagliati nel bosco, altri vicini, quasi a toccarsi. È come se fossero stati sepolti da un’eruzione.
L’«Uber dei cannoni»
La resistenza continua ad essere flessibile, con una buona conoscenza delle mosse avversarie. Un ufficiale di Kiev avrebbe messo a punto un software che, in base ai dati raccolti sul terreno, permette di mobilitare le unità più vicine che attaccano le batterie nemiche e poi si sottraggono a un’eventuale risposta. Lo hanno ribattezzato l’Uber dei cannoni.
Gli osservatori hanno poi segnalato altri aspetti. La cattiva preparazione, probabilmente un’intelligence non adeguata. La tattica — ha ricordato Tom Cooper — rammenta quella usata dal generale Alexandr Dvornikov — attuale comandante delle operazioni — in Siria: mandò a morire miliziani e pasdaran nell’assalto a postazioni ribelli nonostante fossero evidenti le condizioni contrarie. E a Bilohorivka i suoi ufficiali hanno tentato più volte la spinta nel medesimo punto ma anche in altre zone dove sarebbero riusciti a portare uomini sulla parte opposta del fiume. Esistono però report su possibili nuove battute d’arresto, ancora sul fiume e altri pontoni persi durante un ripiegamento.
In questo settore l’obiettivo della Russia è una manovra di aggiramento che potrebbe intrappolare 10 mila nemici nella regione di Severedonetsk. Importante la presa di Rubizhne e di località minori da usare come piattaforme per nuovi balzi.
La «maledizione»
Dal Mar Nero arrivano, invece, informazioni che richiamano la «maledizione dell’Isola dei Serpenti». L’unità appoggio Vsevolod Brodov, entrata in servizio nel 2021 e lunga 95 metri, era impegnata forse in una missione di rifornimento quando è esploso un incendio a bordo. Fonti ucraine parlano di un missile mentre la nave sarebbe stata in seguito rimorchiata verso Sebastopoli. Dettagli ancora confusi. La «rocca» è stata teatro di scontri, con alcune motovedette, elicotteri e batterie messe fuori uso da raid della resistenza che, a sua volta, avrebbero lamentato perdite in un fallito raid.