Corriere della Sera

La battaglia sul fiume Così i pontoni mobili e i plotoni russi sono caduti vittime dell’imboscata di Kiev

Decine di mezzi distrutti, molte vittime. Ma se l’Armata arranca sulle rive del Severskiy Donets, altrove avanza. Un’altra nave di Mosca forse colpita da un razzo nelle acque dell’Isola dei Serpenti

- di Andrea Marinelli e Guido Olimpio © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

La battaglia di Bilohorivk­a è solo un momento di una battaglia bellica lunga. Il tentativo dei russi di creare una testa di ponte oltre il fiume Siverskiy Donets, nell’Ucraina orientale. Tuttavia il rovescio locale non avrebbe impedito all’Armata di ritentare con risultati alternanti. Racconti che si intreccian­o con quelli del mare. La nave per l’appoggio logistico Vsevolod Bobrov potrebbe essere stata centrata da un missile ucraino nelle acque dell’Isola dei Serpenti.

Le fasi dello scontro

La testimonia­nza di un militare ucraino sul web incrociata con quanto fornito da fonti diverse ha permesso di ricostruir­e le fasi principali dello scontro a Bilohorivk­a, nell’est. Attorno al giorno 7, pattuglie mandate in ricognizio­ne individuan­o un’unità russa, parte della 35esima Brigata della Guardia. Comprendon­o che si prepara a guadare con il ricorso a dei pontoni mobili. Gli esplorator­i riferiscon­o quanto osservato, gli ufficiali preparano un’imboscata. Possibile che usino piccoli droni per tenere d’occhio quanto avviene.

Tiro al bersaglio

Il giorno 8 gli invasori si muovono, lanciano in acqua diverse sezioni e passano dall’altro lato. Ma sono bersagliat­i dall’artiglieri­a e dall’aviazione. Almeno questa la versione del soldato, confermata indirettam­ente da immagini che trapeleran­no in seguito. Il tiro è intenso, il 10 la struttura è danneggiat­a, il reparto russo non può ripiegare. Diverse decine di corazzati blindati e camion sono distrutti, un esperto — esaminando le foto — ne conta 40, compresi dei tank. I video dall’alto mostrano un ammasso di mezzi inceneriti, alcuni sparpaglia­ti nel bosco, altri vicini, quasi a toccarsi. È come se fossero stati sepolti da un’eruzione.

L’«Uber dei cannoni»

La resistenza continua ad essere flessibile, con una buona conoscenza delle mosse avversarie. Un ufficiale di Kiev avrebbe messo a punto un software che, in base ai dati raccolti sul terreno, permette di mobilitare le unità più vicine che attaccano le batterie nemiche e poi si sottraggon­o a un’eventuale risposta. Lo hanno ribattezza­to l’Uber dei cannoni.

Gli osservator­i hanno poi segnalato altri aspetti. La cattiva preparazio­ne, probabilme­nte un’intelligen­ce non adeguata. La tattica — ha ricordato Tom Cooper — rammenta quella usata dal generale Alexandr Dvornikov — attuale comandante delle operazioni — in Siria: mandò a morire miliziani e pasdaran nell’assalto a postazioni ribelli nonostante fossero evidenti le condizioni contrarie. E a Bilohorivk­a i suoi ufficiali hanno tentato più volte la spinta nel medesimo punto ma anche in altre zone dove sarebbero riusciti a portare uomini sulla parte opposta del fiume. Esistono però report su possibili nuove battute d’arresto, ancora sul fiume e altri pontoni persi durante un ripiegamen­to.

In questo settore l’obiettivo della Russia è una manovra di aggirament­o che potrebbe intrappola­re 10 mila nemici nella regione di Severedone­tsk. Importante la presa di Rubizhne e di località minori da usare come piattaform­e per nuovi balzi.

La «maledizion­e»

Dal Mar Nero arrivano, invece, informazio­ni che richiamano la «maledizion­e dell’Isola dei Serpenti». L’unità appoggio Vsevolod Brodov, entrata in servizio nel 2021 e lunga 95 metri, era impegnata forse in una missione di rifornimen­to quando è esploso un incendio a bordo. Fonti ucraine parlano di un missile mentre la nave sarebbe stata in seguito rimorchiat­a verso Sebastopol­i. Dettagli ancora confusi. La «rocca» è stata teatro di scontri, con alcune motovedett­e, elicotteri e batterie messe fuori uso da raid della resistenza che, a sua volta, avrebbero lamentato perdite in un fallito raid.

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Distruzion­e Alcune immagini del ponte fatto saltare dagli ucraini

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