L’ad della Rai al Comitato sui servizi: svolta sui talk
Novanta minuti. Tanto è durata ieri l’audizione dell’amministratore delegato della Rai, Carlo Fuortes, davanti al Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir), presieduto da Adolfo Urso. In un clima, definito da fonti del comitato «costruttivo e partecipato», sarebbe emerso «un atteggiamento consapevole e unitario» sui rischi di ingerenza e disinformazione, con l’obiettivo comune di «migliorare la tutela del nostro sistema informativo».
Già più volte Urso aveva lasciato intendere che la controinformazione russa è una realtà, «un fenomeno reso ancor più preoccupante dopo l’invasione in Ucraina», ma che evidentemente era noto ai servizi già prima. Proprio per questo ieri i membri del Copasir hanno avvertito Fuortes che anche figure apparentemente indipendenti — non solo russe — hanno legami con il regime di Putin e i nomi sono ben noti ai servizi. Da parte sua Fuortes avrebbe spiegato che, senza indicazioni precise, l’idea di tenere tutti gli ospiti russi fuori dalle trasmissioni non è praticabile. Né un amministratore delegato può passare in rassegna gli ospiti dei talk. Proprio per questo l’ad avrebbe ribadito che, ora più che mai, va cambiata la formula. Insomma il talk show con ospiti di estrazioni diverse non va più bene. Meglio programmi in cui le informazioni che passano sono verificate e verificabili.
Il Comitato potrebbe occuparsi ora anche dei social. Mercoledì prossimo sentirà il presidente dell’Agcom, Giacomo Lasorella. Sul tema dei talk ieri è intervenuto il ministro del Lavoro, Andrea Orlando: «Che la politica sia chiamata a occuparsi dell’articolazione dei talk, o che il Copasir si occupi di Rai, è lo specchio del fatto che forse bisognerebbe costruire un sistema tipo quello della Bbc». Con la costituzione di una fondazione, che è quanto contenuto in una proposta di legge dello stesso Orlando.