Corriere della Sera

Morto nel pozzo, era sparito da mesi Fermati moglie, figlia e genero

Reggio Emilia, i tre non avevano denunciato la scomparsa del 77enne: accusati di omicidio

- Margherita Grassi Andrea Pasqualett­o

TOANO (REGGIO EMILIA) Al bar di Toano non lo vedevano da mesi. «Ma dov’è sparito Giuseppe?, abbiamo cominciato a chiederci dopo un po’ — racconta l’amico Luciano —. Anche perché prima veniva a giocare a carte tutti i giorni e non è che non lo notavi, portava sempre allegria». Sono così girate le voci più disparate: «C’era chi diceva che era malato, altri che l’avevano nascosto, un altro ancora che l’avevano messo in freezer...». Chiacchier­e da bar. La verità l’ha scoperta un cane molecolare del Nucleo cinofili dei carabinier­i di Bologna che mercoledì sera ha fiutato la presenza di Giuseppe Pedrazzini, agricoltor­e in pensione di 77 anni, in un pozzo vicino alla casa dove abitava, in un piccolo borgo di montagna nel comune di Toano, Appennino Reggiano.

Il corpo del pensionato si trovava a cinque metri di profondità ed era senza vita. Per il magistrato e per i carabinier­i che hanno condotto le indagini, non si è trattato di un incidente. No, Pedrazzini sarebbe stato ucciso e buttato nel pozzo. E su chi possa aver commesso il delitto sembrano avere pochi dubbi. Ieri hanno fermato tre familiari dell’uomo: la figlia Silvia, 38 anni, giornalist­a freelance per hobby, il genero Riccardo Guida, 43, musicista, e la moglie Marta Ghilardini, 63enne in pensione, un tempo allevatric­e. Tutti conviventi e tutti ora in carcere a Reggio Emilia. Sono accusati di omicidio, occultamen­to di cadavere e sequestro di persona. Accuse messe nero su bianco dal pm Cristina Giannusa, sulle quali grava un indizio pesante come un macigno: la mancata denuncia di scomparsa della vittima.

I familiari, già interrogat­i, hanno fatto scena muta; la moglie ha avuto un mancamento. Per la figlia e il genero parla il legale che li difende: «I miei clienti sono frastornat­i e rivendican­o la totale estraneità dei fatti, faremo di tutto per dimostrare che non c’entrano nulla», ha detto l’avvocato Ernesto D’Andrea, ricordando che un delitto deve avere un movente e che in questo caso non c’è. Si era ipotizzato una questione legata ai soldi, alla pensione, all’eredità. «Non sta in piedi. La vittima non era ricca, non aveva nulla di intestato, visto che tutto è di proprietà della moglie». Al bar ricordano che le cose non stanno esattament­e così: «Giuseppe aveva una casa a Toano che aveva sistemato da poco».

In questa storiaccia c’è di mezzo anche un bambino di undici anni, figlio di Silvia e Riccardo. Di colpo si è trovato senza nessuno, il nonno morto, la nonna, la mamma e il papà in carcere. È stato affidato ai servizi sociali che già in passato si erano interessat­i a lui ma non per maltrattam­enti.

Una famiglia distrutta e un paese sotto choc. Alla luce dei fermi, gli amici hanno ripercorso con toni critici le vicende degli ultimi mesi. «Qualche parente era andato a cercare Giuseppe a casa sua ma è stato respinto: dicevano che non c’era bisogno di nulla. Per questo avevamo pensato a una malattia», ricorda Luciano. Altri hanno puntato il dito sul rapporto non proprio idilliaco che Pedrazzini aveva con il genero. «Testa caldissima, quello».

Anche il sindaco di Toano, Vincenzo Volpi, era un amico della vittima: «Lo conoscevo bene, brav’uomo, abbiamo lavorato insieme quando mi occupavo di vacche da latte, poi veniva da me a tagliar la legna. Io spero che si tratti di un tragico incidente. Certo è che non si capisce per quale motivo non abbiano denunciato la scomparsa. Su questo aspetto siamo tutti un po’ esterrefat­ti». Le risulta che ci fossero problemi in famiglia? «Diciamo che a casa non mi sembrava proprio a suo agio».

L’autopsia, che sarà disposta oggi dal magistrato, potrà dire qualcosa di più sulle cause e sui tempi della morte di Pedrazzini.

Il paesino di montagna deve ora fare i conti con la sua tragica fine.

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I vigili del fuoco al lavoro per estrarre dal pozzo il corpo di Giuseppe Pedrazzini
Il recupero I vigili del fuoco al lavoro per estrarre dal pozzo il corpo di Giuseppe Pedrazzini

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