Corriere della Sera

«I responsabi­li vanno espulsi Bisogna ripartire dalle sezioni»

- © RIPRODUZIO­NE RISERVATA A. Full. (ha collaborat­o Enea Conti)

«Ricordo che in alcune passate adunate sono volati apprezzame­nti poco gentili, ma non certo ascrivibil­i a molestie. Detto questo in ogni insieme di persone ci sono le mele marce e non posso escludere che a Rimini si siano registrati, tra giovedì e domenica, episodi brutti come quelli che sono emersi in questi giorni. Quelli per cui il presidente dell’Associazio­ne nazionale alpini ha pronunciat­o parole di scuse che apprezzo e condivido pienamente. Detto ciò, vorrei chiarire che sono orgogliosa di essere parte dell’Ana, patrimonio di volontaria­to e dedizione all’Italia che resta enorme e ineguaglia­bile». Federica De Giuli, 59 anni, tra le «penne nere» è una specie di istituzion­e: cardiologa, ha lavorato agli Spedali di Brescia e adesso è «in prima linea, il mio mondo» — sono le sue parole — sulle ambulanze del 118 lombardo dove opera come anestesist­a. Nella Riserva dell’Esercito con il grado di maggiore, l’alpina la settimana scorsa era nell’ospedale da campo allestito dai volontari sul lungomare di Rimini.

Avete effettuato molti interventi?

«Poco o nulla, nonostante l’enorne affluenza. Soccorsi per affaticame­nti forse dovuti al caldo improvviso. Il resto è stata ordinaria amministra­zione».

Che atmosfera ha trovato in città?

«Direi tranquilla: se c’era tensione forse è stato per le minacce che gli alpini all’opera per l’organizzaz­ione logistica hanno ricevuto giovedì da sconosciut­i che hanno gridato “dovete morire”. Poi si sono allontanat­i alla svelta».

Delle molestie lei si è accorta?

«No. Ma se quei comportame­nti ci sono stati, restano inqualific­abili. Gli autori devono essere allontanat­i dall’Ana».

Per le prossime adunate cosa fare per evitare il ripetersi di questi episodi?

«L’averne parlato è stato salutare, forse dovrà esserci più sensibiliz­zazione nelle sezioni. In gioco non c’è tanto l’onorabilit­à dell’Associazio­ne ma un patrimonio di valori unico: siamo stati ovunque... dal terremoto del Friuli agli ultimi in Centro Italia. Lo dico con certezza: gli italiani sanno chi siamo, ci vogliono bene».

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Federica De Giuli, direttrice sanitaria e alpina. È la pronipote dei fratelli Calvi di piazza Brembana, gli eroi alpini della Prima guerra mondiale
In famiglia Federica De Giuli, direttrice sanitaria e alpina. È la pronipote dei fratelli Calvi di piazza Brembana, gli eroi alpini della Prima guerra mondiale

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